Eutanasia, raggiunte le 500mila firme per il referendum; il Vaticano esprime preoccupazione
La racconta firme promossa dal Comitato promotore sul referendum "Eutanasia legale" ha raggiunto le 500mila firme. Ad annunciarlo Filomena Gallo e Luca Cappato, a nome del Comitato e della "Associazione Luca Coscioni". "Nell'esprimere profonda gratitudine per le migliaia di volontarie e volontari che stanno dedicando parte delle proprie vacanze a fornire il servizio pubblico dell'esercizio del diritto al referendum - scrivono in una nota - vogliamo sottolineare che la raccolta firme naturalmente prosegue con ancora maggiore forza, con l'obiettivo di raccogliere almeno 750.000 firme entro il 30 settembre in modo da mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errori nella raccolta, ritardi della Pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli”. “Vogliamo precisare - continua la nota - che il referendum è uno strumento legislativo per realizzare riforme con effetto vincolante”; quindi nessun “stimolo” a legiferare, né un alibi per “violare la legge”.
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La proposta dell’Associazione prevede invece un referendum abrogativo di una parte dell’articolo 579 del codice penale, quello che punisce l’assistenza al suicidio: in questo modo sarebbe permessa l’eutanasia attiva oltre a una forma molto più ampia di suicidio assistito rispetto al testo base approvato martedì. Le firme andranno poi presentate alla Corte di Cassazione, e se questa ritenesse il quesito del referendum legittimo il voto si terrebbe nel 2022.
E nel giorno i cui viene raggiunto l'obbiettivo del mezzo milione di firme, il Vaticano esprime preoccupazione attraverso le parole del monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo e presidente della Pontificia Accademia per la Vita. "La mia preoccupazione è davvero profonda", dice intervistato da Vatican News. "C'è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano, non deve nascere. E insieme con questo c’è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l’eutanasia". E ancora: "Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura. In questo senso, è indispensabile che la Chiesa ricordi a tutti che la fragilità, la debolezza, è parte costitutiva della natura umana e dell'intero creato".
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