Non pagavano le tasse, chiudevano gli hotel dopo l'estate e intascavano tutto il ricavato. Questo in sintesi, il meccanismo fraudolento, scoperto dalla Guardia di Finanza di Rimini, in collaborazione con Inps e Agenzia delle entrate ufficio riscossione, che ha portato all'emissione di misure cautelari per un'intera famiglia di albergatori, molisani d'origine, ma residenti da anni nel Riminese. In carcere il padre e uno dei figli, ai domiciliari invece la moglie, ex dipendente del Tribunale di Rimini, un'altra figlia e il terzo figlio, impiegato dell'Agenzia delle Entrate e di fatto consulente finanziario e fiscale delle società di famiglia. Fulcro del 'business' degli ultimi anni è stata la gestione di 7 hotel in Riviera con società alle volte fittizie e che le Fiamme Gialle hanno scoperto essere, in 12 casi, sconosciute al Fisco. Grazie al figlio dipendente dell'Agenzia delle Entrate ramo riscossione, la famiglia poteva avere informazioni precise sulla posizione debitoria delle varie società e correre ai ripari nei tempi giusti per sfuggire alla Giustizia.
I finanzieri hanno anche appurato che sul conto corrente del dipendere infedele erano transitate somme di denaro riconducibili all'attività alberghiera del nucleo familiare. Infatti tra le accuse figura il riciclaggio e l'auto riciclaggio, oltre all'associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta e evasione fiscale. La Gdf ha sequestrato beni per un valore di 14 milioni di euro, tra questi due hotel di proprietà, auto, case e conti correnti.