CRONACA

Femminicidio-suicidio Rimini, la vice sindaca: "fenomeno ormai strutturale"

A Rimini 4 casi in un anno e mezzo, "serve un'operazione di sensibilizzazione, mai sottovalutare l'aspetto culturale che c'è dietro"

Rischia di rimanere un mistero il movente del femminicidio suicidio scoperto lunedì pomeriggio in centro a Rimini. Domani sui corpi dei coniugi verrà eseguita l'autopsia. La dinamica è ormai chiara: Gioacchino Leonardi, detto Gino, che avrebbe compiuto 50 anni tra qualche giorno, ha ucciso la moglie di origine moldava, Svetlana Ghenciu, 48 anni, con due colpi di pistola alla schiena mentre era distesa a letto , convalescente dopo una operazione, prima di suicidarsi con la stessa arma. Una tragedia avvenuta tra le mura domestica di un appartamento al terzo piano di via Gambalunga tuttora all’apparenza inspiegabile. Le indagini, coordinate dl pm Annadomenica Gallucci, proseguono con riserbo. L'uomo era incensurato, nessuna segnalazione o denuncia, e nemmeno dalle testimonianze di amici e parenti  sarebbero emersi problemi di tensioni o litigi, nemmeno di natura economica.

Anche il figlio 16enne della coppia, che lunedì pomeriggio ha scoperto i corpi dei genitori, non avrebbe evidenziato problemi in famiglia. Il ragazzino è ora affidato ad una zia materna ed è attorno a lui che si stringe la Città: “siamo ancora scossi e colpiti da quanto è successo, il nostro pensiero e il nostro impegno è proprio per il figlio“, dice Chiara Bellini, vice sindaca di Rimini, che tra le deleghe ha quella per le Politiche di Genere. “Non dimentichiamo - continua - che si tratta di un altro caso di femminicidio e dunque è importante che la riflessione tenga conto dell'importanza che occorre riservare per contrastare un fenomeno non più emergenziale ma strutturale; a Rimini nell'ultimo anno e mezzo ci sono stati 4 casi di femminicidio”. La vice-sindaca ribadisce quanto siano importante affrontare la problematica con tutti gli strumenti a nostra disposizione: “a Rimini abbiamo un centro anti-violenza, gestito da Rompi il Silenzio, al quale da gennaio ad oggi si sono rivolte 155 donne”. Chiara Bellini conclude invitando a non sottovalutare la componente culturale di questo fenomeno “viviamo in una società fortemente patriarcale e sessista, sono sempre le donne a subire questo genere di cultura, che poi sfocia in episodi come questo”.

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