Finanziaria. Cgil e Uil hanno indetto uno sciopero generale, ma il garante replica: mancano i requisiti
Palazzo Chigi chiede alle forze di maggioranza di non presentare emendamenti.
Ai due litiganti, Salvini e Landini, che si sono scambiati pesanti accuse sullo sciopero generale indetto da Cgil e Uil per venerdì prossimo si è aggiunta la commissione di garanzia sugli scioperi che ha evidenziato la mancanza dei requisiti per lo sciopero generale visto che non tutti i settori sono coinvolti e l'agitazione è spalmata su 5 giorni e ha chiesto ai sindacati di limitare le iniziative di astensione dal lavoro.
Cgil e Uil rimandano al mittente la richiesta: “per noi resta uno sciopero generale”. Il capo della Lega aveva dichiarato che "milioni di italiani non possono essere ostaggio dei capricci di Landini che vuole organizzarsi l'ennesimo weekend lungo". Landini aveva risposto, a stretto giro: "Capisco il nervosismo di Salvini, in campagna elettorale ha raccontato che avrebbe aumentato gli stipendi e cancellato la Fornero. E di tutto questo non c'è traccia. Forse lui, che non ha mai lavorato, pensa al suo weekend".
Prima la piazza - sabato Pd, Cinquestelle, Alleanza Verdi e Sinistra - ora i sindacati; la manovra del governo Meloni trova ostacoli ancora prima di iniziare la prova del Parlamento. Tra poche ore il testo, approvato il Consiglio dei Ministri, arriverà in Commissione Bilancio del Senato, poi - dal 4 dicembre - sarà in Aula.
Il Governo cerca di mostrare compattezza: Palazzo Chigi chiede alle forze di maggioranza di non presentare emendamenti, Lega e Forza Italia spingono però per modificare il testo su due aspetti: il ricalcolo delle pensioni per i medici e una mini-proroga del superbonus 110%, che scade a dicembre. Se per le pensioni dei medici un ritocco sembra probabile, Palazzo Chigi non sembra favorevole alla proroga del 110%. Troppo poche le risorse per allungare la vita ad un provvedimento targato, tra l’altro, Movimento Cinquestelle. Le opposizioni, dal canto loro, preparano una pioggia di emendamenti da presentare in Commissione per ostacolare il cammino della Legge di Bilancio così come concepita dal governo.
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