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Generazione Z e lettura, la ricerca: giovani amano ancora i libri di carta e si affidano ai booktoker

Lo studio sarà presentato domenica 8 ottobre nella giornata conclusiva del Festival del Giornalismo Culturale di Urbino

di Mauro Torresi
7 ott 2023

Nonostante smartphone e lettori digitali, nessuno rinuncia al gesto di aprire un libro, annusarne il profumo e lasciarsi guidare dalle storie. Un'abitudine 'romantica' che appartiene anche ai più giovani. Il risultato emerge da una ricerca che sarà presentata domenica 8 ottobre insieme a scienziati ed esperti nella giornata conclusiva del Festival del Giornalismo Culturale al Palazzo Ducale di Urbino.

Campione: duemila ragazzi tra i 14 e i 19 anni. I ricercatori hanno lavorato anche con gli studenti delle scuole chiedendo loro come leggono, cosa leggono e su quali supporti. "L'indagine - spiega Lella Mazzoli, sociologa e condirettrice del festival - mette in evidenza che i ragazzi leggono ancora i libri, soprattutto quando si tratta di romanzi o racconti lunghi. La carta per loro ha ancora odore".

Tra i dati più rilevanti il fatto che non siano più così influenzati dai genitori o dagli insegnanti. Ascoltano, invece, il “gruppo dei pari” che, oltre agli amici, è formato dagli influencer come i “booktoker”: gli utenti che parlano di libri su TikTok. "Il booktoker - prosegue la sociologa - diventa il consigliere nell'acquisto di libri e nella lettura di contenuti. Loro leggono, probabilmente più di noi, ma cose più brevi. Questa brevità per alcuni è un problema, per altri invece diventa semplicemente una grande quantità di contenuti". 

Sabato 7 ottobre al festival, a Palazzo Ducale, oltre alla lectio magistralis della scrittrice Rosella Postorino, riflessioni su arte, architettura e su come le persone si informano: tra i protagonisti dei diversi panel Andrea Vianello, direttore di Rtv, Vittorio Emanuele Parsi, Giorgia Cardinaletti e Piero Dorfles. Ieri sera successo di pubblico per Serena Dandini che ha parlato del suo libro Cronache dal paradiso.

Nel servizio l'intervista a Lella Mazzoli (sociologa e condirettrice Festival) e un estratto dell'intervento di Serena Dandini





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