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Il gioco d’azzardo in Emilia-Romagna ha raggiunto i 9,5 miliardi di euro nel 2023, con una crescita del 7% rispetto all’anno precedente. Le perdite nette ammontano a 1,53 miliardi, pari al reddito di 100mila lavoratori. A rivelarlo è il report Pane e azzardo 2, realizzato da Cgil, Federconsumatori, Isscon e Regione Emilia-Romagna.
Il profilo del giocatore è cambiato: oggi emerge il “supergiocatore”, che scommette sia online che nelle sale fisiche, alimentando l’illusione di una vincita risolutiva. L’azzardo digitale ha raggiunto 4,48 miliardi di euro, più che raddoppiando rispetto al 2019. I conti gioco attivi in regione sono quasi 890mila, con una spesa media mensile di 420 euro per utente. Si prevede che entro due anni il gioco online supererà definitivamente quello fisico.
Le slot machine rappresentano il 60% del gioco fisico, seguite da gratta e vinci (19,4%) e lotto-superenalotto (10,3%). Online, invece, prevalgono giochi di abilità come carte e casinò, seguiti dalle scommesse sportive. Bologna guida per volume di gioco (2,25 miliardi), seguita da Modena, Reggio Emilia e Parma.
Alcuni comuni spiccano per spesa pro capite: Zola Predosa (7.837 euro) e Calderara di Reno (5.512 euro) sono ai vertici, spinte dal Betting Exchange - sono gli stessi giocatori a fare da banco -, un sistema considerato ad alto rischio di riciclaggio dalla Commissione Antimafia.
A livello nazionale, il volume del gioco d’azzardo ha sfiorato i 150 miliardi di euro nel 2023, con una previsione di 160 miliardi nel 2024, il 57% dei quali provenienti dall’online. La crescita dell’azzardo digitale solleva preoccupazioni su dipendenza e minori entrate fiscali, poiché la tassazione del gioco online è inferiore rispetto a quella del gioco fisico.