
"Più cura per chi cura": nella Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari ci si interroga su un fenomeno che ha ormai assunto i connotati dell'emergenza sociale. Più di 130.000 aggressioni registrate solo nei confronti degli infermieri nel 2023 in Italia, che con il 76,6% rappresentano la categoria di professionisti maggiormente colpita da una spirale di violenze inaudita.
A lanciare l'allarme sull’escalation di aggressioni, politica e sindacati. “Basta provvedimenti palliativi, serve una riforma radicale” - tuona il Coina, Sindacato delle Professioni Sanitarie. Gli ospedali sono al collasso. Unica strada percorribile, il rilancio della sanità territoriale, che garantisca un accesso tempestivo e una gestione delle emergenze più efficace, per ridurre la pressione sui pronto soccorso e rasserenare anche gli animi della collettività, con i cittadini che oggi più che mai hanno perso la bussola. “La violenza è troppo spesso il risultato di una frustrazione accumulata, dovuta ai lunghi tempi di attesa e a un sistema sanitario che non risponde più ai bisogni reali della popolazione” - aggiunge il sindacato.
Anche Marco Croatti, senatore riminese del Movimento 5 Stelle, sottolinea l’importanza di riconoscere il valore e il rispetto dovuti "a chi, ogni giorno, lavora per garantire la salute di tutti. “È una battaglia culturale – esorta - che dobbiamo combattere insieme”.