Gli I.m.i. sono i soldati italiani deportati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l'economia di guerra, a seguito dell'armistizio dell'8 settembre 1943. Erano circa 650 mila e diverse migliaia sono morti di fatica, fame, malattie o per punizione. Anche per motivi banali, come un ordine in tedesco non compreso. Le loro storie vengono dimenticate, ingoiate dall'oblio del dopoguerra. Gli storici cominciano a interessarsene a metà degli anni 80 e con il tempo arrivano anche le medaglie. La medaglia d'onore della Presidenza della Repubblica, per tre cittadini del circondario, arriva ora, grazie al lavoro dell'associazione Kairos, che ha curato l'iter di rilascio delle onorificenze.
A consegnarle il prefetto di Rimini, affiancato dai sindaci di Rimini, Bellaria e Novafeltria (Comuni di residenza degli insigniti). Pregna di commozione la cerimonia in Prefettura, arricchita da contributi musicali e letterari da parte di due giovani studentesse. Le storie di Felice Bucci, Marsilio Nonni e Romeo Vorabbi in fondo sono simili: li unisce l'eroismo e il dolore nelle armi, nel tragico destino di internati e infine il ritorno a una vita normale e modesta: Bucci e Nonni agricoltori con tre figli e Vorabbi muratore con due figli.
A ritirare l'onorificenza per il primo, aviere scelto già insignito di una medaglia commemorativa per la guerra, i figli Pietro Nicola e Giuseppina. "Doveva consegnare le armi ai tedeschi - racconta Pietro Nicola Bucci - e per questo gesto volevano giustiziarlo. Poi nella confusione dei rastrellamenti l'ha scampato. Poi nel lager è stato un periodo tragico, senza mangiare e pieno di sofferenze".
Marsilio Nonni, fante, dopo il lager viene trascinato dalle forze alleate in Russia, dove si ammala di pleurite. Decorato con 3 croci al merito, e medaglie commemorative. Per lui, la figlia Egiziana, che commenta: "E' sempre stato un esempio per noi. Della guerra e della prigionia ha sempre voluto parlare poco, quasi volesse risparmiare quell'orrore ai suoi figli".
Romeo Vorabbi, soldato, decorato con 2 croci al merito, la medaglia commemorativa e il distintivo d'onore dei volontari della Libertà. La figlia Liviana ne racconta commossa la prigionia: "Hanno veramente sofferto la fame. Mi raccontava - ricorda - che una volta hanno provato a mangiare delle bucce di patate crude, ma lo stomaco non le ha ricevute. E poi il freddo. Trattati come animali. E' stata dura".
Nel video le interviste a Pietro Nicola Bucci, Egiziana Nonni e Liviana Vorabbi