POLITICA ITALIA

Giovanni Toti patteggia due anni e un mese per corruzione e finanziamento illecito

Il caso Sangiuliano-Boccia non è ancora chiuso, la Corte dei Conti indaga su due trasferte insieme all'ex aspirante consulente

Si chiude con un colpo di scena il primo capitolo dell'inchiesta per corruzione in Liguria, che ha portato l'ex presidente Giovanni Toti prima ai domiciliari, poi alle dimissioni. Il processo doveva iniziare in autunno, in piena campagna elettorale per il nuovo presidente ligure tra l'altro, ma Toti ha trovato l'accordo con la Procura per patteggiare una condanna a due anni e un mese, per i reati di corruzione impropria e finanziamento illecito. Il gup ora fisserà un'udienza per la decisione finale. La pena verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore. Nell'accordo è prevista anche l'interdizione temporanea dai pubblici uffici e l'incapacità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena, oltre alla confisca per 84.100 euro. Neanche il “Boccia gate” si è concluso con le dimissioni dell'ex ministro Sangiuliano, a causa del rapporto con l'aspirante consulente per i grandi eventi del G7 Maria Rosaria Boccia: la Corte dei Conti sta approfondendo su due trasferte, a Riva Ligure e Polignano, compiute dai due. Intanto Matteo Renzi chiede al governo di chiarire la nomina di Fabio Tagliaferri, ex consigliere comunale e autonoleggiatore, a presidente di Ales spa, la società per i servizi culturali del ministero. “Questo è il governo dei mediocri e dell'amichettismo”, afferma. Il nome di Renzi è ancora molto divisivo per il cosiddetto campo progressista, che si è ritrovato sul palco alla prima festa nazionale di Alleanza Verdi-Sinistra. La segretaria del Partito Democratico Elly Schlein è possibilista sull'allargamento a Renzi e a Calenda, ma dalla platea riceve grossi no e fischi a questa eventualità. 

Nel video l'intervento di Elly Schlein, segretaria Partito Democratico

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