Il fuoco delle candele, i peluches e i fiori. Una sessantina di persone radunate davanti al palazzo in via Dradi 39, alle porte di Ravenna. È l'omaggio alla piccola Wendy, 6 anni, morta perché la mamma l'ha trascinata con sé in un salto nel vuoto di nove piani. Alla veglia il vescovo, i vicini, ma anche sconosciuti, a recitare il rosario in un sua memoria. Ora si cerca di capire dalle analisi se Giulia Lavatura le avesse somministrato dei sonniferi. Lei lo nega. Il più grande rammarico della 41enne è di non essere riuscita a morire lunedì mattina, quando ha costretto al gesto estremo anche la figlia Wendy, stretta tra le braccia, e Jessy, la cagnolina di un anno legata alla vita. E invece l'unica a sopravvivere è stata proprio lei.
Ad attutire la caduta probabilmente le impalcature per i lavori in corso nel palazzo. Per la donna, accusata di omicidio pluriaggravato e uccisione di animali, è stato convalidato l'arresto e la misura cautelare in una struttura di cura. L'udienza è avvenuta all'ospedale Bufalini di Cesena, dove è ricoverata con una prognosi di 40 giorni per la lesione a una vertebra, già operata. Per la difesa la donna non è imputabile e la permanenza in una casa di cura è necessaria come misura di sicurezza, perché non si faccia del male. Sul punto il giudice si è riservato la decisione. Durante l'udienza in ospedale, Lavatura ha confermato quanto detto durante l'interrogatorio con il pm Stefano Stargiotti: quel gesto estremo lei lo meditava da giorni. Già dopo Natale, quando aveva litigato con il marito e sospeso i farmaci per il disturbo bipolare di cui soffre.
“Me l'ha consigliato lo psicoanalista che mi segue al Centro di salute mentale”, ha detto lei. Nella sua testa l'angoscia di indebitarsi a vita per la ristrutturazione di una casa a Bagnocavallo, cointestata con il padre, per la quale era convinta di non ottenere il bonus 110% e di dover sborsare 600mila euro. Quello il primo pensiero, ribadito anche nel lungo post pubblicato su Facebook prima di lanciarsi nel vuoto. Il padre – scriveva – la assillava sulle pratiche burocratiche. Intanto la scuola di Wendy si unisce al dolore della comunità: "Una bimba dolcissima non ha lasciato un banco vuoto, lei sarà sempre con noi - afferma la preside -. Ora l'istituto è vicino a tutti nel percorso di elaborazione di quanto è accaduto”. I compagni di classe della bimba ancora non sanno cosa le è successo.
Una tragedia vissuta da tutta la città, come sottolinea il sindaco, Michele De Pascale, interpellato da Rtv: “In questo momento c'è una doverosa azione da parte dell'autorità giudiziaria verso la quale tutta la nostra comunità nutre piena fiducia. A prescindere da quanto sta emergendo ed emergerà – conclude – Ravenna partecipa al dolore di una famiglia distrutta con profondo rispetto”.