Giulio Lolli estradato in Italia. Preso in consegna dai carabinieri, ora è in carcere a Roma
E' l'ultimo colpo di scena di una più lunga e complessa storia internazionale: Giulio Lolli, latitante per la giustizia italiana da 9 anni e incarcerato in Libia, rientra in Italia. La notizia è arrivata questa mattina, quando è stato consegnato ai Ros dei carabinieri e imbarcato sul primo volo disponibile. L'ex patron di Rimini Yacht era ricercato per un buco milionario della sua società e la truffa, reiterata, connessa alla vendita della stessa imbarcazione a soggetti diversi.
Secondo le ricostruzioni, Lolli, per i suoi affari, era legato a una società di San Marino; ogni yacht veniva finanziato due o tre volte tramite contratti di leasing stipulati con società connesse ad istituti bancari italiani e stranieri. Tra questi, c'erano istituti sammarinesi. Ad essi venivano sottoposti documenti di conformità falsi. 86 le imbarcazioni oggetto dell'indagine. Gli utilizzatori in buona fede si erano visti, quindi, sequestrare i mezzi.
Da anni Lolli si trovava in Libia. Fu arrestato quando era al potere Gheddafi, evase, si convertì all'Islam e collaborò, secondo la giustizia locale, con un gruppo armato. In seguito un nuovo arresto, fino all'ergastolo. Sul Titano ha una condanna. Il ritorno in Italia era uno degli obiettivi anche del suo avvocato.
Ora lo attendono le autorità. Un risultato frutto di diplomazia, del lavoro delle forze di polizia e delle istituzioni, fino ai Ministeri della Giustizia e degli Esteri, sotto l'impulso della procura di Rimini e del sostituto procuratore Davide Ercolani. Gli saranno notificate due ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip di Rimini Sonia Pasini per l'indagine Rimini Yacht. Il 54enne è anche accusato, come riporta l'Ansa, di associazione a delinquere con finalità di terrorismo internazionale e traffico d'armi. Nell'ordinanza firmata dal gip di Roma, Cinzia Parasporo, si legge di un “ruolo direttivo” di Lolli in un'organizzazione terroristica di matrice islamica.
Sulle nuove accuse di traffico d'armi e terrorismo perplessità è stata espressa dal suo difensore Antonio Petroncini. Lolli si trova ora in carcere a Roma e starebbe bene, ha fatto sapere il legale che ha anticipato la possibilità di un ricorso al Tribunale della Libertà e "magari il trasferimento in un istituto di detenzione a Bologna".