Giunta immunità Senato: via libera al processo a Matteo Salvini
L'ipotesi di accusa è sequestro di persona per il caso Gregoretti. Presenti solo 10 commissari dopo il forfait della Maggioranza
L'esito della seduta, con l'evolversi degli eventi, in giornata, appariva ormai scontato. La Giunta delle Immunità, alla fine, ha respinto la proposta del presidente Gasparri di negare la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex ministro dell'Interno. A votare contro – seguendo l'appello del loro leader - i 5 senatori della Lega; favorevoli invece i 4 di Forza Italia e l'esponente di Fratelli d'Italia. In caso di pareggio, il regolamento del Senato fa prevalere i “no”. Sarà l'Aula, allora, il 17 febbraio, a dire l'ultima parola sulla richiesta del Tribunale dei Ministri di Catania, per il presunto sequestro di persona dei migranti a bordo della nave Gregoretti. Tutto ciò dopo che le forze a sostegno del Conte bis avevano deciso in blocco di non partecipare all'appuntamento odierno.
“Salvini – ha dichiarato Zingaretti – sta usando il tema giustizia per motivi politici e personali”. “È passato dal sovranismo al vittimismo”, ha aggiunto con sarcasmo Di Maio. Ma dalle fila del Carroccio erano partite bordate contro la maggioranza, accusata di scappare. Una mossa, quella di Salvini, considerata da vari analisti molto rischiosa, e che avrebbe sorpreso, in questi giorni, i suoi stessi compagni di partito. Il risultato è stato comunque quello di polarizzare l'attenzione dei media e della politica - nell'ultima settimana di campagna elettorale prima del voto in Emilia-Romagna -, su un tema di forte richiamo per l'opinione pubblica. “Per la libertà – ha dichiarato oggi Salvini - sono pronto alla prigione, risolviamola una volta per tutte”. Proprio la situazione che non voleva la Maggioranza, che aveva visto sfumare – dopo giorni di polemiche – il progetto di far slittare la seduta della Giunta per le immunità. E ora si rischia il paradosso di andare in Senato, fra un mese, con un relatore leghista a chiedere all'Aula di rinviare a giudizio il proprio leader.