Governo Meloni incassa la fiducia al Senato con 115 voti
Il premier a Palazzo Madama si sofferma sul dossier energia, apre alla proposta della Lega sull'innalzamento del tetto al contante e boccia ancora una volta la gestione della pandemia
Il Senato ha approvato la mozione di fiducia al governo presieduto da Giorgia Meloni con 115 voti favorevoli, 79 contrari e 5 astenuti. Assenti i senatori a vita Carlo Rubbia, Liliana Segre, Renzo Piano, Giorgio Napolitano e i senatori Tatjana Rojc e Tino Magni. "Sono ovviamente soddisfatta", ha commentato il presidente del Consiglio lasciando Palazzo Madama.
In un intervento tutto politico lungo 49 minuti, Giorgia Meloni risponde punto a punto alle critiche e traccia la sua ricetta per risollevare l'Italia dalla pesante "eredità" dei governi passati. Il neo-premier promette risposte elencando i tanti problemi del Paese: il tetto al contante, che non frena l'evasione e "penalizza i poveri", il salario minimo che non risolve il problema dei "bassi salari", il Pnrr, di cui si è spesa finora la metà dei fondi. E poi la gestione del Covid, le scelte "senza basi" sposando la scienza quasi fosse "una religione".
Sull'energia Meloni sottolinea che il Paese non dovrà passare "dalla dipendenza dal gas russo a quella dalle materie prime cinesi", che dovrà far ripartire le trivelle nell'adriatico perché se il gas lo estraggono altri "non è che inquina di meno". E trasformare il Sud "nell'hub energetico dell'Europa", anche per evitare di dover correre a installare rigassificatori "con procedure di urgenza e gravosi impatti sui territori".
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