Guida in stato di ebbrezza, nell'Unione Europea un quarto dei 25mila morti su strada è dovuto all'alcol
A Roma un convegno per presentare anche le nuove tecnologie per la sicurezza: un dispositivo blocca il motore se si è alterati
Gli esperti la definiscono “pandemia”: secondo le stime dell'Unione Europea quasi un quarto dei 25mila morti sulle strade dei Paesi aderenti ha perso la vita per colpa dell'alcol: 6.250. In Italia, parlando di incidenti stradali in generale, anche la prima stima semestrale sul 2019 indica un aumento dell'1,3% di morti rispetto all'anno prima, quando in totale furono 3.334. Nel 2018 ci sono stati 9 morti e 160 feriti ogni giorno. Carabinieri e Polizia Stradale hanno rilevato che su un totale di 58.810 incidenti, nel 2018, sono stati 5.097 quelli in cui almeno uno dei conducenti dei veicoli coinvolti era in stato di ebbrezza, e 1.882 quelli sotto l'effetto di stupefacenti. L'8,7% e il 3,2% dei sinistri rilevati è dunque correlato ad alcol e droga. C'è anche una certa componente psicologica nel guidare dopo aver assunto alcol, perché si continua a farlo? Oltre a leggi più severe, può aiutare la tecnologia.
Nel video le interviste a Giovanni Busacca, direttore servizio di Polizia Stradale; Annamaria Giannini, professoressa di psicologia generale; Antonio Avenoso, direttore esecutivo consiglio europeo per la sicurezza nei trasporti; Umberto Guidoni, segretario generale Fondazione Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici)