Il nuovo decreto lavoro: taglio delle tasse ma addio al reddito di cittadinanza
Arriva l'assegno di inclusione che però si perde nel caso venga rifiutata un'offerta di lavoro a tempo pieno o anche parziale
Il governo Meloni, con la presidente che si dice “profondamente fiera” delle nuove misure in un video appositamente confezionato, vara il decreto lavoro: l'intervento più importante è il taglio delle tasse, per circa 4 miliardi, in parte coperti col tesoretto in deficit ricavato dal Documento di economia e finanza. Da luglio a dicembre dunque, ulteriore taglio del cuneo fiscale di 4 punti, che arrivano a 6 complessivi per i redditi fino a 35emila euro e a 7 per quelli più bassi, che porteranno fino a una media di 100 euro mensili di aumento in busta paga. Cambia il reddito di cittadinanza, a partire dal nome, diventa assegno di inclusione, dal 1 gennaio 2024 per famiglie con disabili, minori o over 60. Per gli occupabili, da settembre 2023 c'è lo strumento di attivazione al lavoro, con percorsi di formazione e incentivi per chi assume i beneficiari dell'assegno di inclusione.
Il beneficio però decade in caso di rifiuto di una offerta di lavoro a tempo pieno o parziale. Si alza la soglia delle prestazioni di lavoro occasionale ma si interviene anche sui contratti a termine con meno vincoli sulle causali. A chi contesta che in questo modo aumenterà solo il lavoro precario, risponde la ministra del Lavoro Calderone. Potenziata anche l'attività di controllo in campo contributivo dell'Inps, ma sanzioni dimezzate per chi paga subito, entro 40 giorni dall'accertamento. Oggi a Montecitorio inizia la votazione sul decreto migranti, mentre la presidente Meloni riceverà il Cancelliere Federale austriaco, Karl Nehammer.
Nel video l'intervista a Marina Elvira Calderone, ministra del Lavoro
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