A schierarsi apertamente contro la costruzione di un allevamento di polli – il progetto è di Fileni – in località Cavallara, nel comune di Maiolo, anche alcuni imprenditori green, che seguono i dettami del biologico e che hanno investito nelle campagne, pressoché incontaminate, di San Leo.
Le loro produzioni – lavanda, zafferano e miele – non entrerebbero in contatto diretto col polo avicolo formato da 16 capannoni, in quanto i campi da loro coltivati si affacciano sulla vallata del fiume Mazzocco. Ma questo tipo di allevamento, che ribadiscono essere “intensivo”, contrasterebbe fortemente con la vocazione turistica dell'intera Valmarecchia. Più coinvolto, a livello geografico, un allevatore di capre che ha terreno e stalla a Uffogliano, nel comune di Novafeltria.
A farsi portavoce del gruppo di coltivatori e allevatori – piccole realtà che collaborano su diversi fronti – è la sammarinese Sabrina Berti che dal 2012 coltiva zafferano; con lei anche San Leo Violet, che coltiva lavanda, e l'apicoltore Marco Parasole. Imprenditori che, fanno sapere, rispettano i ritmi della natura, senza interferire con alcun tipo di prodotto. Ed ora sono preoccupati perché, “per gli esperti, i poli avicoli rilasciano ammoniaca che poi si deposita sulle coltivazioni”. Senza dimenticare lo “sfruttamento e il possibile inquinamento” del fiume Marecchia e delle relative falde “da cui San Marino ricava una delle maggiori fonti di approvvigionamento idrico”. Mentre il loro obiettivo è quello di promuovere un indotto turistico-agricolo, fatto di esperienze autentiche e che impatti il meno possibile sul territorio. Da qui l'appello ai giovani a riavvicinarsi alla terra con attività che permettano un controllo vero del territorio e delle sue esigenze. Mentre le imprese, come quella in costruzione a Cavallara, “sfruttano e basta”, riferisce Sabrina Berti. Che, nel contempo, invita i politici ad investire in progetti di tutela a lungo termine.
Il nuovo polo avicolo sarà costruito sulle ceneri di quello dismesso da tempo, poi praticamente distrutto dal “nevone” del 2012. Il gruppo Fileni se lo è aggiudicato nel 2015, per poi far partire il cantiere a fine 2022 dopo un lungo iter amministrativo e burocratico. Si è così costituito un comitato civico per dire “no” all'allevamento, mentre il sindaco di Maiolo Marcello Fattori difende le scelte fatte: “Il nuovo allevamento sarà più contenuto e meno impattante di quello esistente fino al 2009”, ha riferito.