Indagine sul mondo Lgbtqi+: uno su cinque dichiara aggressioni fisiche
La Regione illustra i risultati della ricerca su discriminazioni e violenze condotta su 1.053 persone
Subito le brutte notizie: su 1.053 persone Lgbtqi+ che hanno risposto ad altrettanti questionari, solo il 20% sostiene di non aver mai subìto discriminazioni o violenze determinate dal loro orientamento sessuale. Oltre la metà del campione, il 55%, ha subìto minacce o insulti, nel mondo reale e virtuale; oltre il 60% ha subìto outing, ossia qualcun altro ha rivelato la sua identità di genere, il 77% è stato deriso o calunniato, il 25% ha subìto aggressioni fisiche, ossia percosse o botte, dichiarate da una persona su cinque, l'11% aggressioni sessuali. E purtroppo si denuncia poco, ammette Luca Trappolin dell'Università di Padova che ha condotto l'indagine con la Regione e le associazioni. Solo il 5% si rivolge alle forze dell'ordine per una denuncia formale, anche per timore di non essere presi sul serio da loro e di ricevere dunque risposta negativa. La scolarizzazione degli interpellati con questionario è alta, oltre il 40% ha una laurea. Sono tante le storie raccolte dalla Regione, dall'aiuto cuoco bullizzato dal proprietario di un ristorante, a un altro che non riceve ferie per il giorno della sua unione civile, concesse solo a chi contrae matrimonio etero, alla persona talmente emarginata sul posto di lavoro da spingersi a rinunciarvi. Coloro che dichiarano di aver subito discriminazioni in quest'ambito sono il 20%, e il 24,8% rinuncia addirittura a proporsi per un posto. Per l'assessora alle Pari Opportunità Barbara Lori l'indagine è un punto di arrivo ma anche di inizio.
Nel video gli interventi di Luca Trappolin, Università di Padova, e di Barbara Lori, assessora Pari Opportunità Regione Emilia Romagna
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