L'addio di Cantone all'Anticorruzione: "La nuova tangente oggi è il posto di lavoro"
Il presidente Anac torna in magistratura e presenta l'ultimo dossier sul triennio, con nuovi sconfortanti dati, soprattutto al sud
La corruzione in Italia ha cambiato pelle: non più solo mazzette, la nuova tangente ora è il posto di lavoro. “Ma la parola corruzione nell'ultimo periodo sembra quasi sparita dall'agenda”, fa notare con preoccupazione il presidente dell'Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone, che lascia il suo ruolo per rientrare in magistratura e come ultimo atto presenta un dossier sul triennio appena concluso. E proprio al sud il posto di lavoro è diventato la nuova merce di scambio: l'assunzione di coniugi o familiari è stata riscontrata nel 13% dei casi. Il ricorso alla mazzetta avviene nel 48% delle vicende, spesso per importi esigui, 2 o 3000 euro, e talvolta come percentuale fissa sul valore degli appalti. Tra le regioni, la maglia nera della corruzione va alla Sicilia (nel triennio registrati 28 episodi di corruzione, pari al 18,4%), seguita a ruota da Lazio (14,5%, 22 casi) e Campania (13,2%, 20 casi). L'Emilia Romagna si limita all'1,3%, insieme alle Marche (1,3%). Gli enti maggiormente a rischio sono proprio i Comuni: il 41% dei casi ha avuto luogo nei municipi, seguiti dalle società partecipate (16%) e dalle aziende sanitarie (11%). Il settore più a rischio, quello legato ai lavori pubblici, seguito da quello dei rifiuti e quello sanitario. Nel periodo in esame sono stati 207 i pubblici ufficiali indagati per corruzione. 47 i politici indagati, 23% del toale, e 43 sono stati arrestati, tra cui 20 sindaci 10 assessori.
Nel video l'intervista a Raffaele Cantone, presidente Autorità nazionale anticorruzione