L'autonomia differenziata passa alla Camera, le opposizioni cantano l'inno di Mameli

L'autonomia differenziata passa alla Camera, le opposizioni cantano l'inno di Mameli.
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Giunge dopo una lunga maratona notturna alla Camera il secondo e definitivo sì al disegno di legge sull'Autonomia. L'Aula di Montecitorio ha infatti licenziato il provvedimento con 172 sì, 99 voti contrari e 1 astenuto. E' legge.

Attacca l'opposizione. "Sancite che esistono cittadine e cittadini di serie A e di serie B a seconda della Regione in cui nascono. Non si è mai vista una sedicente patriota spaccare in due il paese con questa autonomia differenziata fatta senza un euro" ha detto in aula la segretaria del Pd Elly Schlein.

"Sono le 7.39: da ieri e per tutta questa notte stiamo contrastando la maggioranza decisa ad approvare, in questa seduta fiume alla Camera, il disegno di legge Spacca-Italia," - scrive su Facebook il leader dei 5 stelle Giuseppe Conte - "che condanna il Sud e le aree più in difficoltà del Paese al peggioramento delle proprie condizioni riguardanti la sanità, l'istruzione, i trasporti. Continueremo a contrastarli in tutti i modi: in Parlamento e nelle piazze".

Le "opposizioni unite cantano l'inno di Mameli e sventolano il tricolore durante il voto finale al ddl Autonomia mentre dai banchi della Lega spuntano le bandiere della Serenissima". Lo evidenziano dal Pd postando una foto dei banchi della Lega

iil capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti, rivolgendosi alle opposizioni, ha ricordato le volte in cui la riforma è stata affrontata e richiesta anche dal centrosinistra e aggiunto: "Bastava che la faceste voi la legge, se eravate così capaci. Non eravate in grado di scrivere come si poteva applicare questa norma?".  "Ciò che non vogliono o non possono accettare le sinistre, dopo anni di immobilismo con governi costruiti a tavolino, tecnici o con coalizioni innaturali, - dichiara il deputato di Fratelli d'Italia, Mauro Malaguti - è che all'attuale maggioranza dagli italiani è stato dato il mandato del 'fare'. Poi si giudicherà quanto realizzato, ma ciò che gli elettori certamente non perdonerebbero a questo governo sarebbe di ricadere nell'immobilismo dei governi precedenti, condannando ancora una volta il nostro paese a quel letargo politico che si coniuga con la perdita di credibilità internazionale".

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