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L'idea anti-dazi del governo Meloni: chiedere all'Ue la revisione del patto di stabilità

L'opposizione: "Siete arrivati impreparati, speravate in un trattamento di favore e invece Trump vi ha preso a ceffoni"

di Francesca Biliotti
4 apr 2025

Prima di andare in Abruzzo, dove ha visitato la nave scuola Amerigo Vespucci e assistito al giuramento del 99° corso allievi dei vigili del fuoco, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alle telecamere del Tg1 ieri, dopo il vertice d'urgenza convocato a Palazzo Chigi, ha provato a tranquillizzare sul problema dazi, definendo “sbagliata” la scelta del presidente statunitense, “ma non una catastrofe”.

Per lei l'Italia continuerà ad esportare oltreoceano, e parla a Bruxelles per mandare messaggi a Washington, concetti tra l'altro ribaditi dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso al question time in Senato. Rispondere a dazi con altri dazi, ha detto, aggraverebbe solo l'economia. Il maggiore intervento chiesto all'Europa è una revisione del patto di stabilità, oltre ad una semplificazione normativa per le imprese, “perché siamo soffocati dalle regole”, sostiene la presidente.

I suoi due vice non sono d'accordo tra loro su questo, mentre dall'opposizione arriva l'accusa di essere arrivati impreparati alla pur annunciata stangata dei dazi. 

Nel video gli interventi in Senato di Adolfo Urso, ministro Imprese e Made in Italy, e di Antonio Misiani, senatore Partito Democratico





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