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La battaglia dell'Erbazzone: l'Igp rimane a Reggio Emilia. Tar boccia ricorso azienda piemontese

Pronto a diventare la 45esima eccellenza Dop e Igp dell'Emilia-Romagna. L’ultimo fondamentale passo è il via libera della Commissione Europea, a cui spetta l'ultima parola.

di Maria Letizia Camparsi
7 gen 2025

La bietola del vicino è sempre più verde. Il detto, rivisitato, diventa calzante per la vicenda dell'erbazzone, che vede contrapposti i produttori reggiani a un'azienda del torinese, che ne ha rivendicato il marchio Igp davanti al Tar. La specialità gastronomica a base di bietola, detta anche scarpazzone, è una torta salata che le famiglie contadine più umili preparavano usando anche il fusto bianco della pianta, cioè la scarpa: da qui il soprannome. Le tradizioni locali in Italia sono sacre, soprattutto se si parla di cibo, e se messe in dubbio scatenano battaglie.

Ebbene il Tar del Lazio ha deciso: Reggio Emilia vince la sfida culinaria e quella legale. E' stato respinto il ricorso dell'azienda Sfoglia Torino, che in sostanza chiedeva di commercializzare il proprio prodotto con il nome di erbazzone, marchio Igp. Quel nome resta fregio dei produttori di Reggio Emilia e provincia.

Ricapitolando le tappe della storia: nel 2022 i produttori avanzano la proposta di registrazione della Igp “Erbazzone Reggiano”. Nel 2023 la pubblicazione in Gazzetta ufficiale e all'inizio del 2024 l'opposizione dell'azienda piemontese. Da qui l'iter giudiziario arrivato alla sentenza del Tar. Non si può escludere a priori un ricorso in Consiglio di Stato. Quel che è certo è che l’Erbazzone Reggiano sia ormai in rampa di lancio, pronto a diventare la 45esima eccellenza Dop e Igp dell'Emilia-Romagna. L’ultimo fondamentale passo è il via libera della Commissione Europea, a cui spetta l'ultima parola.





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