La maggioranza ha approvato il rinvio sul voto alla ratifica del meccanismo europeo di stabilità
Un rinvio che allunga la lista dei dossier da risolvere con l'Unione Europea
A Montecitorio la maggioranza ha congelato per 4 mesi il dibattito, e il voto, sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità. L'Italia resta l'unico Paese dell'area euro a non aver ancora aderito alle modifiche del Fondo salva-stati, nato nel 2010 per “sterilizzare” i rischi per gli Stati ad alto debito pubblico. Nel centrodestra delusa la Lega, che vede nella misura un rischio commissariamento tipo Grecia e avrebbe voluto un no netto alla ratifica e non un rinvio, sposato dagli altri alleati come forma di mediazione. Anche le opposizioni sono divise, contrario alla ratifica il Movimento Cinquestelle, mentre per gli altri partiti l'adesione è necessaria per evitare che l'Italia finisca al centro di una spirale speculativa.
Il rinvio sul Mes allunga l'elenco, nell'agenda del governo, dei nodi da sciogliere con l'Unione Europea. Elenco che già comprende i ritardi sull'attuazione del Pnrr e la politica sui migranti, alla luce delle conclusioni del Consiglio Europeo chiuso oggi a Bruxelles, e che ha visto - sul tema - una sostanziale battuta d'arresto a causa del no di Polonia e Ungheria al principio di solidarietà obbligatoria, sostenuto da Italia e dagli altri partners. Per Varsavia e Budapest ricollocamenti e reinsediamenti dei migranti devono restare su base volontaria e non possono diventare un obbligo.
Nel servizio le interviste a Tommaso Foti (FDI) e Francesco Boccia (PD)
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