UDINE

La tragedia del Natisone, indagini sui soccorsi mentre si cerca ancora Cristian

Oltre 50 vigili del fuoco per recuperare il terzo disperso

La tragedia del Natisone, indagini sui soccorsi mentre si cerca ancora Cristian.

Per il quarto giorno consecutivo, sono riprese le ricerche per trovare Cristian, il giovane di 25 anni ancora disperso nelle acque del Natisone. I soccorritori si sono messi al lavoro nonostante le difficoltà causate dal peggioramento delle condizioni meteorologiche che ha fatto di nuovo alzare il livello delle acque del Natisone, per questo diventate ancora torbide.

Intanto, si apre una discussione sui soccorsi, dopo la richiesta del ministro con delega alla Protezione civile, Nello Musumeci (anticipata due giorni fa sul suo profilo Facebook e protocollata oggi), di una relazione dettagliata sulla vicenda. Si discute, tra l'altro, sull'opportunità di essere intervenuti con l'elicottero decollato dall'aeroporto Marco Polo di Venezia. La Procura di Udine si sta concentrando sulla verifica dei tabulati della gestione dell'Sos e sulla opportunità, appunto, di aver scelto di impiegare nell'immediatezza dei fatti un velivolo distante centinaia di chilometri dal luogo della tragedia. Un'attività informativa che giunge all'indomani delle prime sollecitazioni fatte anche dai parenti delle vittime, che chiedono di conoscere la verità sui terribili minuti dei primi soccorsi.

Secondo una ricostruzione fatta dall'ANSA, la prima chiamata di soccorso è stata fatta attorno alle 13.25 di venerdì da una delle vittime che in modo preoccupato diceva di essere rimasta "prigioniera" con i due amici sul greto del fiume a causa del livello delle acque che saliva e impediva loro di tornare a riva. L'addetto della centrale del Numero unico regionale 112 ha gestito l'Sos come soccorso tecnico - nel quale non ci sono persone con problemi sanitari - e ha dunque deciso di dirottare la richiesta al Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Udine, il quale ha inviato, con la massima urgenza, l'equipaggio più vicino al luogo della richiesta e ha immediatamente attivato le squadre specializzate di fluviali e messo in preallarme i sommozzatori. Contestualmente, è stato attivato Drago, l'elicottero di stanza all'aeroporto Marco Polo di Venezia, che ha iniziato a predisporre il proprio piano di volo e acceso i motori.

Visto l'innalzamento del livello del fiume, pochi minuti dopo, la ragazza che aveva fatto la prima chiamata ha sollecitato, in preda al panico, nuovamente l'arrivo dei soccorsi, imitata da almeno una mezza dozzina di passanti, che transitavano sul ponte Romano e avevano compreso la difficoltà del caso. Nel frattempo, anche il personale di terra dei pompieri era giunto in zona: valutato che Drago aveva da poco iniziato il tragitto verso il Friuli Venezia Giulia, è stato chiesto l'intervento dell'elicottero sanitario della Sores Fvg, con un tecnico del Soccorso alpino a bordo, che potesse compiere specifiche manovre per un eventuale recupero all'esterno del velivolo.

Questo secondo elicottero si è alzato in volo pochi minuti dopo Drago, ma, dovendo percorrere una distanza che può essere coperta soltanto in 8 minuti, è arrivato a Premariacco ben prima. I tre ragazzi, purtroppo, qualche istante prima - soltanto un paio di minuti secondo i testimoni oculari - erano già stati ingoiati dal fiume, nonostante l'eroico tentativo di salvataggio dei vigili del fuoco, uno dei quali si è perfino lanciato in acqua, rischiando anche lui di essere trascinato dalla impetuosa corrente.

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