"A parlare con Zelensky, se fossi stato presidente del Consiglio non ci sarei mai andato. Giudico molto negativamente il comportamento di questo signore", le parole di Berlusconi a margine del voto per le regionali a Milano. La nuova sortita dell'ex presidente del Consiglio mette in difficoltà la maggioranza, con Palazzo Chigi che rassicura subito su un sostegno a Kiev “saldo e convinto”. Dall'opposizione piovono strali: “Berlusconi è il 'cavallo di Troia' di Putin in Italia, assieme a Matteo Salvini e Giuseppe Conte”, attaccano i Radicali Italiani. “A un anno dalla brutale guerra di Putin – aggiunge la leader dei socialisti all'Eurocamera Garcia Perez – è tempo di riconoscere i fatti e scegliere da che parte stare”. Levata di scudi di Forza Italia in difesa del proprio presidente: “La posizione del Governo è sempre la stessa e Berlusconi è un uomo di pace – lo difende il vicepremier Tajani – e non ha cambiato le sue posizioni a sostegno di Ucraina, Nato e Occidente”.
Un'altra sfida attende poi il centrodestra: il banco di prova delle Regionali in Lazio e Lombardia. C'è tempo per votare fino alle 15, ma i dati sull'affluenza alle 23 di ieri sono desolanti: 29,7%, dimezzata rispetto alle votazioni del 2018, quando però si votava in un giorno solo. Giornata importante anche per il Pd alle prese con le primarie: oggi saranno comunicati i dati ufficiali del voto dei circoli. Secondo quelli provvisori Bonaccini è in vantaggio su Schlein di oltre 20 punti percentuali, 55% a 33%. Ora i due sfidanti si fronteggeranno nelle primarie aperte di domenica 26 febbraio.
E a proposito di nuove nomine, Rai nella bufera delle polemiche dopo il Festival di Sanremo, che tuttavia chiude la 73esima edizione con il 66% di share per la serata finale e più di 50 milioni raccolti dagli spot. Salvini annuncia “una riflessione sulla gestione Rai” del festival, la ministra Santanchè di Fdi invita “qualcuno a farsi un esame di coscienza”. Sullo sfondo le ipotesi di sostituzione anticipata dei vertici del Cda e di Rai1. L'Ad Fuortes sottolinea i “risultati eccellenti” del festival e la capacità di mettere in scena “l'universo giovanile”. Amedeus fa lo stesso e rivendica le sue scelte, ma rinuncia alla guerra: “Se mi mandano via, vado – dice – dopo 4 anni bellissimi”.