POLITICA

Le dimissioni del segretario del Pd Zingaretti provocano un terremoto politico

Le mie dimissioni non sono in discussione, continua a ripetere Nicola Zingaretti, che le ha annunciate con un post su Facebook due anni dopo la vittoria alle primarie del Partito Democratico, col 66% delle preferenze. Ha raccolto un partito al 18% e nell'agosto 2019 lo ha riportato al governo, sancendo un patto col M5S, prima acerrimi nemici. Proprio la stabilizzazione di questa intesa ha iniziato ad attirare critiche.
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Ma tra i primi a levare una voce di rammarico sono stati proprio loro, per Di Maio “è una persona per bene, ho lavorato con lui per mesi”, e per la sindaca di Roma Raggi: “Stavolta ha ragione”. Grande clamore per le motivazioni date da Zingaretti, che ha accusato il suo partito di pensare solo alle poltrone, mentre l'Italia combatte la terza ondata della pandemia. “È molto grave – ha subito commentato Matteo Salvini – che litighino per questo motivo, ci stiamo occupando di vaccini, salute, lavoro, di riaprire un Paese in sicurezza. Speriamo – conclude – che la crisi nel Pd non rallenti tutto questo”. Mentre Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia, avrebbe preferito vederlo dimettersi da presidente della Regione Lazio. Il 13 e 14 marzo si terrà l'Assemblea nazionale del partito, una sorta di parlamento del Pd, e sarà l'occasione per un braccio di ferro tra le varie correnti.

Nel video le dichiarazioni di Nicola Zingaretti, presidente Regione Lazio
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