Novità in vista per la piadina romagnola. Presentate al Fulgor di Rimini. Cambiano le regole per il riconoscimento del marchio Igp, ma lei rimane sempre la stessa. Un prodotto locale tradizionale, di qualità e una gioia per il palato. D'ora in poi ingredienti come miele, latte, farina di farro e in piccola parte olio di semi di girasole, da tempo inseriti nella ricetta di tanti romagnoli, vengono formalmente accettati come materie prime opzionali.
Assieme a farina, acqua, sale e strutto o olio di oliva, sapientemente impastati, daranno vita alla piadina romagnola con certificazione Igp. Quella riconosciuta è prodotta solo in Romagna, luogo d'origine, secondo quanto previsto dal Disciplinare europeo, per volere del Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola.
"Il Disciplinare permette variazioni solo quando ci sono motivazioni storiche sugli ingredienti diversi - spiega Alfio Biagini, presidente Consorzio Promozione e Tutela della Piadina Romagnola -, accettati anche dal Ministero e dall'Unione europea".
Un prodotto bandiera del territorio, che continua ad aumentare le sue vendite. E di conseguenza anche la produzione: nel 2022 sono state sfornate 23.756 tonnellate di piada, per un valore di 34 milioni di euro. In nove anni un incremento del 251%.
"La piada è uno dei nostri 44 prodotti Dop e Igp - aggiunge Alessio Mammi, assessore all'Agricoltura Emilia-Romagna -. L'Emilia-Romagna è la regione che ne ha di più in tutta Europa. Quindi noi dobbiamo tutelarli, diffonderli e contrastare le imitazioni". L'obiettivo è continuare a migliorarsi, da qui il progetto triennale di promozione europeo "Piadina Romagnola & friends", che investe 1,8 milioni di euro sul mercato italiano e tedesco in pubblicità su tv, social, attività di PR, tour e instore.
Nel video le interviste a Alfio Biagini (presidente Consorzio Promozione e Tutela della Piadina Romagnola) e Alessio Mammi (assessore all'Agricoltura Emilia-Romagna)