Via dei Condotti, una delle vie più celebri di Roma, naturale sbocco per piazza di Spagna e Trinità dei Monti, che da oltre 250 anni ospita il caffè più antico e illustre della Capitale, il Caffè Greco: qui si ritrovavano intellettuali e artisti di fama internazionale. Qualche nome? Goethe, Leopardi, D'Annunzio, Guttuso che gli dedicò anche l'opera pittorica omonima, Wagner, Orson Welles, Aldo Palazzeschi, e lo scrittore russo Gogol che nella sala Omnibus scrisse il suo capolavoro, “Le anime morte”. Non solo: con oltre 300 opere è la galleria d'arte privata, aperta al pubblico, più grande al mondo. E' vero che sedersi e consumare un cappuccino costa 10 euro, ma c'è anche chi entra, ammira in lungo e in largo la caffetteria, ed esce come da un qualsiasi altro monumento all'aperto. Un'istituzione che rischiava di chiudere, visto che i proprietari delle mura, l'Ospedale Israelitico, avevano chiesto all'azienda Antico Caffè Greco, lo sfratto prima, ed un aumento consistente dell'affitto poi, dai 17.000 euro attuali al mese, a 120.000. Dalla Corte d'Appello è arrivata una novità importante, il presidente della Corte ha invitato le parti a trovare un accordo. Da 17.000 a 34.000 euro al mese dunque, per un'azienda che, con una quarantina di dipendenti, fattura circa 3,2 milioni l'anno, e solo le opere, i cimeli e i marmi pregiati valgono almeno 8 milioni. Mentre l'opinione pubblica si mobilitava, come pure il mondo politico, sono apparsi insulti antisemiti sulla pagina Facebook del Caffè.
Nel servizio l'intervista a Carlo Pellegrini, Antico Caffè Greco