Migranti: Open Arms ormeggiate a Lampedusa con divieto di sbarco
L'arrivo della nave in acque italiane è stato possibile per la mancata firma dei ministri di Difesa e Infrastrutture al secondo divieto di ingresso voluto da Salvini. Lo sbarco dovrà essere autorizzato dalla Prefettura.
Al largo di Lampedusa ci sono per ora ormeggiate due imbarcazione che si chiamano entrambe Open Arms. La prima è quella che ospita i 147 migranti, l'altra è un veliero con lo stesso nome che fa da supporto all'altro natante.
La nave Open Arms con i migranti a bordo è arrivata quindi all'alba nelle immediate vicinanze di Lampedusa. Diverse motovedette della guardia di finanza e della capitaneria di porto stanno monitorando i movimenti dell'imbarcazione della Ong catalana che si è diretta verso l'isola delle Pelagie, scortata da due navi militari, dopo che il Tar del Lazio ha accolto un suo ricorso, sospendendo il divieto di ingresso nelle acque italiane disposto da Salvini. Provvedimento rinnovato ieri dal ministro dell'Interno che ha presentato ricorso contro la decisione del Tar ribadendo il suo 'no' alla sbarco dei migranti. Al momento la Open Arms è all'ancora a ridosso dell'isola, nella zona di Cala Francese, a poche Centinaia di metri dall'entrata del porto. Le condizioni del mare non sono buone e, stando alle previsioni, permarranno così per tutta la giornata.
Il nuovo divieto di ingresso per Open Arms nelle acque territoriali italiane, deciso dal Viminale dopo che il Tar del Lazio ha sospeso il precedente stop, riporta solo la firma del ministro Matteo Salvini a non quella della ministra della Difesa Elisabetta Trenta e del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. La mancata firma dei due ministri M5S ha di fatto reso inefficace il secondo divieto di ingresso perchè, in base a quanto prevede il decreto sicurezza bis, il provvedimento deve essere adottato dal responsabile del Viminale "di concerto con il Ministro della difesa e con quello delle infrastrutture e dei trasporti, secondo le rispettive competenze, è data notizia al Presidente del Consiglio dei ministri".
Diverso è il permesso di sbarcare, negato allo stato a Open Arms, che tecnicamente è concesso dalla Prefettura, dunque dal Viminale, che poi deve predisporre l'accoglienza. Dunque ora la Open Arms si trova in acque italiane, davanti Lampedusa. "al riparo non abbiamo il permesso di entrare in porto" fanno sapere dalla ong spagnola. Contro la decisione monocratica del Tar del Lazio di sospendere il divieto di ingresso nelle acque italiane per la Open Arms, perchè si ravvisa "una situazione di eccezionale gravità e urgenza" nonchè "un vizio di eccesso di potere per travisamento dei fatti e di violazione delle norme di diritto internazionale del mare in materia di soccorso", il ministro Salvini ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato.
Due operatori di Emergency a bordo della Open Arms hanno rilevato una "enorme pressione psicologica" sui migranti, da tredici giorni in mare, con "evidenti condizioni di disagio della sfera cognitiva, emotiva, comportamentale". "Per alcuni pazienti, l'esperienza acuta di frustrazione e di dolore ha fatto emergere ideazioni suicidarie", scrivono in un rapporto oggi sul Corriere della Sera. Yohannes e Alessandro, mediatore culturali e psicologi di Emergency, sono sulla nave per "assistere le oltre 150 persone che si trovano i mare in condizioni di vulnerabilità e che stanno aspettando l'assegnazione di un porto sicuro e di sbarcare". "Le persone soccorse - dicono Yohannes e Alessandro secondo quanto si legge sul sito di Emergency- hanno sperimentato abusi e violenze nel passato e ora subiscono una enorme pressione psicologica".
E intanto è botta e risposta tra il ministro dell'Interno Salvini e il presidente del Consiglio Conte. In una lettera indirizzata proprio a Salvini, il premier ha scritto che sul caso c'è stata una "sleale collaborazione" del leader della Lega e ha auspicato un coinvolgimento dei Paesi europei, altrimenti l'Italia rimarrà isolata. Il ministro dell'Interno ha risposto esortando un impegno della Spagna nell'assistenza dei minori a bordo.