Alla Camera dei Deputati è state presentata la Fondazione Giulia Cecchettin, simbolo di impegno contro la violenza di genere. Il padre Gino Cecchettin ha evidenziato il ruolo educativo della Fondazione per un cambiamento culturale. Tra i consiglieri della neocostituita organizzazione c'è anche Federica Pellegrini che ha definito il progetto un faro di speranza. Martina Semenzato, presidente della Commissione d'inchiesta sul femminicidio e sulla violenza di genere, ha sottolineato l'importanza di prevenzione e cultura del rispetto. Messaggi di sostegno sono arrivati anche da cardinal Matteo Zuppi e dalle ministre Eugenia Roccella e Anna Fasano, che ha rivelato che il 40% delle donne italiane non ha autonomia finanziaria. Barbara Poggio, Irene Biemmi e Anna Maria Tarantola hanno ribadito il ruolo cruciale dell'educazione per superare stereotipi e promuovere un cambiamento. La Fondazione punta su giovani e famiglie per diffondere una cultura di affettività e rispetto, come sottolineato anche da Stefano Ciccone.
Le parole di Gino Cecchettin: "Siamo qui per dare forma concreta a un sogno nato da una tragedia immane. A volte la vita ti sorprende e ti dà la possibilità di trasformare il dolore in uno scopo, uno scopo che è la fondazione Cecchettin che vuole essere un richiamo collettivo che ci invita a guardare oltre a noi stessi e al futuro delle giovani generazioni. Ho attraversato la morte nella sua essenza più profonda prima con la perdita di mia moglie, poi con quella di Giulia. È iniziato in me un processo all'affermazione del bene che nell'udienza di Filippo ha raggiunto la maturità perché non ho avuto il pensiero di odiarlo. Nel nome di Giulia io posso scegliere di fare crescere l'amore".
"Il patriarcato non c'è" e l'aumento delle violenze sessuali sulle donne "è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti dall'immigrazione illegale", ha detto il ministro dell'Istruzione Valditara in un videomessaggio inviato alla presentazione. In serata, la Rete degli Studenti medi ha organizzato un flash mob di risposta sotto il ministero. "Ideologico è chi nega il patriarcato, vogliamo educazione sessuo affettiva in ogni scuola" la scritta sullo striscione esposto dagli studenti. "Le parole di Valditara sono inaccettabili. Negare il patriarcato significa negare il carattere sistemico e strutturale della violenza di genere - dichiara Camilla Velotta della Rete degli Studenti medi -, le vere dichiarazioni ideologiche sono quelle del ministro, che riesce a negare l'evidenza pur di sostenere tesi razziste e anti immigrazione. Farebbe meglio a stare zitto e ad ascoltare chi come noi chiede da anni l'introduzione dell'educazione sessuo affettiva nelle scuole e percorsi che educhino al rispetto del consenso".