L'ultimo episodio, in ordine cronologico, è stato l'inseguimento con sparatoria nella residenziale zona di Corso Francia, contro la cosiddetta “banda dei Rolex”: i quotidiani non vedevano l'ora di parlare del far west in cui sembra essere precipitata Roma, da tempo tornata ad essere teatro privilegiato di episodi di micro e macro criminalità, omicidi, episodi intimidatori e rapine finite nel sangue. Quest'estate è stato freddato con un colpo alla nuca Fabrizio Piscitelli, conosciuto negli ambienti del tifo organizzato come “Diabolik”, ultras della Lazio: dietro l'esecuzione sembra esserci ben altro, come pure nel caso dell'omicidio di Luca Sacchi, ucciso davanti a un pub. Ma anche dietro episodi come il doppio incendio a Centocelle, del caffè letterario antifascista “Pecora Elettrica”, data alle fiamme due volte, lo scorso aprile e pochi giorni fa, quando stava per riaprire i battenti, ed ora del “Baraka Bistrot”, gli interrogativi sono tanti, e la matrice politica non sembra l'unica.
Insomma, cosa sta accadendo a Roma, dove le rapine sono cresciute di 118 unità in un anno, con una media di 6 al giorno al centro come in periferia, e dove in alcune zone, come l'Eur, sono cresciute con picchi di oltre il 30% dal 2017 al 2018? Venerdì la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese presiederà un comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica in prefettura. Anche la Dia, nella sua ultima relazione semestrale in Parlamento, aveva provato a dare una risposta, parlando di “realtà criminale capitolina particolarmente articolata e complessa”. C'è presenza di sodalizi che agiscono con canoni mafiosi, si legge, ma c'è anche tanta criminalità comune, che reperisce manovalanza là dove proliferano situazioni di degrado materiale, sociale e culturale. Manovalanza che si adatta di volta in volta alla nuova geografia criminale della città, che si presenta fluida e si ridisegna puntualmente con le faide interne e all'indomani di operazioni di polizia che mettono fuorigioco gli esponenti dei vari clan, dagli Spada ai Casamonica, dai Cordaro ai Gambacurta.
Francesca Biliotti