Omicidio a Pesaro, interrogato il responsabile: “Me lo ha ordinato Jahvé”
Sentito per quattro ore da gip e pm. Il legale dell'omicida, che ha rivendicato il gesto, chiederà la perizia psichiatrica
Michael Alessandrini, il 30enne arrestato in Romania per avere ucciso a coltellate l'amico Pierpaolo Panzieri, di 27 anni, il 20 febbraio in via Gavelli a Pesaro, è stato estradato in Italia nei giorni scorsi. Ieri l'interrogatorio in carcere, durato quattro ore, di fronte al gip Antonella Marrone e al pm Silvia Cecchi che gli hanno contestato l'accusa di omicidio volontario per futili motivi. Il 30enne, secondo fonti di stampa, ha detto di aver ucciso per "obbedire alla voce di Jahvè che colpisce implacabilmente chi ha peccato", rivendicando e dettagliando il gesto. Ha infatti raccontato di aver sferrato le coltellate al suo amico, dopo la cena, in un momento che gli girava le spalle, perché a suo dire era "moralmente colpevole", ma di cosa e per cosa non lo ha detto, se non riaffermando che conosceva la sua "fidanzata", una ragazza che ha sempre negato di essere legata al 30enne.
"Andremo a chiedere per volontà credo unanime delle parti una perizia psichiatrica perché è chiaro che siamo di fronte ad una situazione mentale da analizzare da parte dei medici - dice l'avvocato difensore Salvatore Asole -. Alessandrini è consapevole di quello che ha fatto e non indietreggia sui motivi spirituali del suo gesto che aveva già espresso in Romania al momento della cattura. Il fatto poi di esser fuggito verso l'Ucraina nasce dal suo desiderio di andare nel Paese in guerra, convinzione maturata ben prima i fatti. Ora attendiamo la decisione del gip sulla convalida e poi chiederemo un incidente probatorio per sottoporre Alessandrini a perizia psichiatrica". La gip si è riservata di decidere.
Da quanto si è appreso, l'uomo ha chiesto di avere una Bibbia in cella e di non aver bisogno di parlare con nessuno altro. Intanto oggi sono stati celebrati i funerali di Panzieri in Duomo, a Pesaro.
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