Un minuto di silenzio nelle scuole italiane. Ma gli studenti vogliono fare rumore. Con chiavi, megafoni, colpi sui banchi. “Siamo il grido di chi non c'è più – spiegano i liceali romani, dov'è partita la mobilitazione –. Per Giulia, per tutte. Basta vittime e società patriarcale”. Intanto il gip di Venezia ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Filippo Turetta per i reati di omicidio, aggravato dalla relazione affettiva, e sequestro di persona. Si indaga sulla premeditazione, mentre è già stata trasmessa in Germania la richiesta di estradizione. Ma finché non verrà nominato un avvocato difensore, il 22enne non potrà essere interrogato. "Se i tempi se i tempi della procedura tedesca fossero molto lunghi - afferma il procuratore di Venezia Bruno Cherchi -, potremo pensare di andare a sentirlo in Germania". Dalle carte del gip emerge la ricostruzione dell'assassinio di Giulia, compiuto con due aggressioni "di una ferocia inaudita", sottolinea il gip: la prima davanti a casa di lei e la seconda, avvenuta 22 minuti dopo nella zona industriale di Fossò, ripresa dalle telecamere di sorveglianza. E nel frattempo spunta un super-testimone: “Sono stato io a chiamare il 112 quella notte, ma non posso aggiungere altro, ho già detto tutto ai Carabinieri”. A dirlo è Marco Musumeci, che ha dato l'allarme udendo le grida della ragazza, nel parcheggio a 150 metri da casa Cecchettin. Intanto, Elena, la sorella della vittima, continua il suo impegno di denuncia e sensibilizzazione: "Se vi è mai capitato di fare catcalling o battute da spogliatoio - dice - smettetela e riprendete i vostri amici che lo fanno. Il cambiamento parte da voi".