Ieri la procuratrice capo di Pesaro Maria Letizia Fucci, che sta indagando sull’omicidio che mercoledì sera ha sconvolto Tavullia, ha richiesto la convalida del fermo per altre due persone: Cuedari Gili, 28 anni, e Admir Shoshari, di 54 anni, accusati di lesioni gravi aggravate in concorso e con l’utilizzo di armi. Già in stato di fermo per omicidio volontario il 37enne Artur Cerria, reo confesso. La vittima è un 37enne albanese, Dritan Idrizi, ucciso con una coltellata al cuore per un regolamento di conti.
Idrizi, Gili e Shoshari erano andati, armati di martello e bastoni, davanti a casa di Cerria, in via San Giovanni, per riscuotere un credito di 5mila euro. Cerria avrebbe rifiutato e questo avrebbe fatto scattare la violenza anche nei confronti della moglie e del figlio, entrambi rimasti lievemente feriti. Martellate alla spalla e alla testa anche contro il reo confesso, con ferite guaribili in 42 giorni che avrebbe reagito sfoderando un coltello. Idrizi è stato colpito da tre profondi fendenti all’addome e al cuore. Una disperata corsa verso l’ospedale di Cattolica e poi il decesso. L’arma del delitto - probabilmente un coltello retraibile usato come portachiavi - non è stata trovata.
L’autopsia sul corpo di Idrizi, si legge sul Resto del Carlino, verrà effettuata questa mattina alle 10,30 dalla dottoressa Loredana Buscemi mentre gli interrogatori di garanzia si svolgeranno lunedì mattina in tribunale a Pesaro. Verranno ascoltate anche altre persone presenti in casa al momento del delitto.
La procuratrice capo ha parlato di “contesti violenti e pericolosi, con dinamiche criminali, di vendetta e fazioni ben precise che nel nostro territorio sono allarmanti”.