
Il Gip del tribunale di Rimini Vinicio Cantarini ha rigettato la richiesta di revoca della misura di custodia cautelare in carcere per Louis Dassilva, 35enne unico indagato per l'omicidio di Pierina Paganelli, 78enne uccisa la notte del 3 ottobre 2023 in via del Ciclamino. L'istanza era stata presentata dai difensori, avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi.
Un mosaico di indizi, che, se ricomposti e letti insieme, portano ad un'unica conclusione. E l'inesistenza di un'ipotesi alternativa. Sono i motivi, in sintesi, per cui il Gip di Rimini Vinicio Cantarini ha rigettato la richiesta di scarcerazione del 35enne Louis Dassilva. L'omicidio di Pierina Paganelli, per il giudice, non ha movente predatorio-sessuale, ma è legato a rancori e risentimenti personali: chi l'ha uccisa conosceva le sue abitudini e i suoi movimenti e anche i luoghi, il condominio e il piano seminterrato dei garage.
L'assassino, quindi, è persona del condominio (come Dassilva). Il senegalese, inoltre, non ha un alibi per l'orario del delitto, sostiene il Gip: la fascia oraria in cui il cellulare risulta inattivo gli avrebbe consentito di scendere al piano, commettere l'omicidio, risalire in garage e poi in casa. La moglie non gli avrebbe fornito un alibi sicuro, in quanto si coricò intorno alle 22 e quindi prima dell'assassinio. Contro Dassilva c'è anche la sua possibile presenza nel garage accertata dal perito fonico che ha identificato una voce maschile, attribuita a lui, nei momenti delle urla della vittima.
Riconoscimento che, però, andrà meglio verificato. Dassilva, inoltre, avrebbe avuto un movente: eliminare l'anziana perché le sue 'indagini' avrebbero portato alla luce la relazione extraconiugale con la nuora Manuela Bianchi. Nuora ritenuta credibile, nella sua testimonianza. E con cui l'indagato ha invece rifiutato il confronto. L'ipotesi affermativa adombrata dalla difesa, cioè che nell'omicidio siano coinvolti i Bianchi (Manuela e il fratello Loris) allo stato viene definita congetturale.