Hanno tra i 18 e i 35 anni, ma solo il 19% dei giovani residenti a Rimini ha un lavoro e nella maggior parte dei casi si tratta di lavori precari. Se si analizzano invece i dati nel periodo estivo la percentuale degli occupati sale a oltre il 50%, anche se emerge un altro elemento: 1 ragazzo su 5 tra i 30 e i 35 anni ha proprio il lavoro estivo, come unico impiego. Quasi 1 su 2 ha però dichiarato di aver svolto il lavoro in nero o parzialmente in nero.
Analizzata anche la situazione familiare: solo il 4% è coniugato, il 71% vive ancora con i propri genitori, il 6% ha figli, ma 2 su 5 di coloro che vivono con il coniuge o con il partner ammette di avere molta difficoltà con il pagamento di affitti o utenze.
E da qui si è partiti per esaminare il dato più allarmante: il 20% dei giovani, pari a 105 ragazzi, si trova in una situazione di povertà, in quanto non riesce a pagare bollette o canoni di affitto. I più colpiti sono i giovani dai 29 anni in su, quelli cioè che stanno tentando di costruirsi una famiglia, ma anche i giovani che hanno i genitori separati.
Nel dettaglio: il 6% dei ragazzi non sono nelle condizioni di mangiare un pasto completo ogni due giorni, il 12% non riesce a riscaldare adeguatamente la casa e il 14% non sa come far fronte a spese straordinarie come la rottura di un elettrodomestico.
La parola NEET utilizzata dal Direttore della Caritas diocesana Mario Galasso è l'acronimo dell'espressione inglese "not engaged in education, employment or training" usata per indicare coloro che non sono impegnati nello studio, nel lavoro, né in attività formative. Percentuale preoccupante, che migliora se si considera il dato provinciale, decisamente più basso rispetto a quello nazionale, pur rimanendo piuttosto elevato, pari al 18,9%.
Negli ultimi anni è aumentato il numero di giovani che si rivolgono alla Caritas. Questo aumento è coinciso con due fattori: la crisi economica e il flusso migratorio proveniente dal Mediterraneo e dai Balcani. Infatti nei primi 5 mesi del 2018 i giovani incontrati in Caritas sono stati ben 489, pari al 28% del totale.
Silvia Sacchi
Analizzata anche la situazione familiare: solo il 4% è coniugato, il 71% vive ancora con i propri genitori, il 6% ha figli, ma 2 su 5 di coloro che vivono con il coniuge o con il partner ammette di avere molta difficoltà con il pagamento di affitti o utenze.
E da qui si è partiti per esaminare il dato più allarmante: il 20% dei giovani, pari a 105 ragazzi, si trova in una situazione di povertà, in quanto non riesce a pagare bollette o canoni di affitto. I più colpiti sono i giovani dai 29 anni in su, quelli cioè che stanno tentando di costruirsi una famiglia, ma anche i giovani che hanno i genitori separati.
Nel dettaglio: il 6% dei ragazzi non sono nelle condizioni di mangiare un pasto completo ogni due giorni, il 12% non riesce a riscaldare adeguatamente la casa e il 14% non sa come far fronte a spese straordinarie come la rottura di un elettrodomestico.
La parola NEET utilizzata dal Direttore della Caritas diocesana Mario Galasso è l'acronimo dell'espressione inglese "not engaged in education, employment or training" usata per indicare coloro che non sono impegnati nello studio, nel lavoro, né in attività formative. Percentuale preoccupante, che migliora se si considera il dato provinciale, decisamente più basso rispetto a quello nazionale, pur rimanendo piuttosto elevato, pari al 18,9%.
Negli ultimi anni è aumentato il numero di giovani che si rivolgono alla Caritas. Questo aumento è coinciso con due fattori: la crisi economica e il flusso migratorio proveniente dal Mediterraneo e dai Balcani. Infatti nei primi 5 mesi del 2018 i giovani incontrati in Caritas sono stati ben 489, pari al 28% del totale.
Silvia Sacchi
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