Premierato e autonomia, stretta finale in Parlamento
I disegni di legge riprendono domani a Montecitorio e in Senato, mentre le opposizioni tornano in piazza
Stretta finale sulle due riforme madri in Parlamento, ossia premierato e autonomia. La Camera si riunirà con 11 deputati in meno, assenti forzati perché coinvolti nell'aggressione di mercoledì e sanzionati con la sospensione: non ci saranno Igor Iezzi della Lega, Federico Mollicone di Fratelli d'Italia, presidente della commissione Cultura. Ma neanche Nico Stumpo del Partito Democratico che ha scagliato una sedia contro gli scranni del governo a fine serata, né Leonardo Donno dei 5Stelle, che aveva iniziato il tutto, agitando il tricolore davanti al ministro Calderoli, poi colpito e portato in pronto soccorso. Obiettivo della maggioranza, nonostante le sospensioni, è riprendere prima possibile l'autonomia differenziata e recuperare il tempo perduto. Il premierato, al Senato, sempre domani dovrebbe incassare il primo ok, ne serviranno altri tre, essendo riforma costituzionale. Si vedrà se il gruppo di Matteo Renzi alla fine deciderà per l'astensione o il voto contrario. L'opposizione intanto si prepara a tornare in piazza, dopo l'anticipo di sabato al Roma Pride, dove in primo piano sono sempre i diritti mancanti per la comunità Lgbtqi+. Contro premierato e autonomia le opposizioni fanno muro, domani pomeriggio Partito Democratico, M5S, Alleanza Verdi-Sinistra e Più Europa saranno in piazza per difendere la Costituzione e l'unità nazionale, a loro avviso minacciate proprio da queste riforme. E chissà che non spunti anche una delegazione di Azione e degli ex alleati renziani, per ridare una prima forma di vita al cosiddetto “campo largo”.
Nel video le interviste a Alessandra Maiorino, senatrice Movimento 5 Stelle, e a Laura Boldrini, deputata Partito Democratico
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