Ravenna, migranti sbarcati: storie di vita che attraversano i confini

Vite che si incontrano, si intrecciano, si separano. La speranza di un futuro migliore, che spinge a rischiare tutto, ad attenderli una realtà sconosciuta, a discriminazioni, ma anche alla mano tesa di organizzazioni e sanitari. Ieri a Ravenna sono arrivati 168 uomini e due donne, tra cui 11 minori, 9 non accompagnati. Due le famiglie, entrambe siriane: marito, moglie e una bambina di 6 anni e un padre con un figlio di 17 anni. Save the Children sul posto per prendersi cura di donne e bambini, dando supporto fattivo e psicologico. Di storie ne hanno ascoltate e viste tante, così come l'Associazione Faenza Multietnica, che è anche salita a bordo delle navi Ong durante alcuni soccorsi. "La maggior parte di quelli che vengono soccorsi da questo tipo di navi - racconta Stefano Belacchi, Associazione Faenza Multietnica - ha fatto la traversata nel deserto e poi è stata indirizzata verso la Tunisia o verso la Libia. Sono due posti in cui i diritti umani non sono garantiti. Soprattutto in Libia la gente viene da situazioni di tortura, campo di concentramento vero e proprio. Ci sono poi le storie di bambini che fanno la traversata da soli. Ho conosciuto un ragazzino di 9 anni che è stato separato dalla mamma sulla spiaggia in Libia. Lei è stata fatta partire e lui è partito 4 mesi dopo. E quindi quando l'abbiamo soccorso con SOS Méditerranée siamo riusciti a rimetterlo in contatto con la madre, che nel frattempo era arrivato in Francia ma non aveva assolutamente idea che lui fosse ancora vivo". I 9 minori non accompagnati sbarcati ieri restano in Emilia Romagna al centro Mattei di Bologna. I restanti 161 si trovano nel Lazio, Marche e Abruzzo dove sono stati accolti nei vari centri di accoglienza straordinaria ma per molti la vera meta non sono le città italiane. "Non essendo né fermati né arrestati - commenta Claudio Angeli, presidente della Croce Rossa di Ravenna - non hanno nessun obbligo di rimanere nei luoghi dove vengono portati. Una volta dei siriani, sbarcati in primavera, sono scappati tutti durante la prima notte. Spesso vanno all'estero, perché molti di loro hanno già dei parenti in Germania".

Nel video le interviste a Stefano Belacchi (Associazione Faenza Multietnica) e Claudio Angeli (presidente Croce Rossa Ravenna)

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