Regionali Emilia-Romagna: Di Maio annuncia che non si riproporrà l'accordo con il PD su base locale
Le elezioni in Emilia-Romagna, il 26 gennaio, potrebbero rivelarsi decisive anche per la tenuta del Governo.
L'ultima batosta, per i pentastellati, è arrivata da Imola - baluardo del Movimento nel cuore della Regione - con le dimissioni del sindaco Manuela Sangiorgi. “Abbiamo detto di tutto al Partito Democratico – ha affermato sconsolata -, e poi ci siamo andati al governo insieme”. Di certo non un buon viatico, per i 5 Stelle, in vista dell'appuntamento elettorale di gennaio in Emilia-Romagna. L'effetto della bruciante sconfitta in Umbria, allora, sarebbe innanzitutto uno stop agli accordi, nelle prossime Regionali, con il PD.
“Ieri sera abbiamo deciso che si va da soli”, ha dichiarato Di Maio, dopo un incontro con parlamentari e consiglieri emiliano-romagnoli del Movimento. All'origine di ciò – secondo alcuni analisti – anche i disaccordi con i Dem, in Regione, su tematiche quali inceneritori, sanità e infrastrutture.
E poi il candidato: quello proposto dal PD – Stefano Bonaccini – ha una forte connotazione politica; mentre in Umbria si era puntato su un nome della società civile. Il Presidente uscente della Regione, intanto, rivendica i risultati raggiunti durante il proprio mandato – ad esempio in tema di occupazione -, e tende la mano ai 5 Stelle. “Potrebbero legittimarsi ancora di più come forza responsabile”, dice Bonaccini.
E poi il tentativo di separare la contesa nazionale dalla campagna elettorale. “Voglio essere il sindaco dell'Emilia-Romagna – aggiunge -; a differenza di Salvini che i voti li chiederà per mandare a casa Conte. Galvanizzata dal successo leghista in Umbria, invece, la candidata del Carroccio. “La dinamica di partenza non è la stessa – ammette Lucia Borgonzoni -, ma sento anche nella mia Regione un vento favorevole, una grande voglia di cambiamento; il nostro leader in campo farà la differenza”.