Riccione: donna maltrattata chiede aiuto ai Carabinieri con un “bigliettino”
Una 43enne ha lanciato il proprio grido di dolore tramite un "pizzino" consegnato alle forze dell'ordine
Un nuovo episodio di maltrattamenti nei confronti di una donna. La vittima, una 43enne di Riccione, è riuscita a far capire alle forze dell'ordine la drammaticità della situazione tramite un bigliettino.
I Carabinieri sono intervenuti in una banca di viale Dante, dopo una telefonata che informava della presenza all'esterno della filiale di un uomo, probabilmente armato. Al loro arrivo, gli agenti hanno trovato una coppia: un egiziano di 26 anni e una donna con vistose contusioni sul volto. Mentre i Carabinieri perquisivano l'uomo - trovato in possesso di un bossolo inesploso di una pistola -, la donna ha lanciato il proprio disperato e silenzioso grido di dolore consegnando agli uomini dell'Arma un bigliettino con cui chiedeva aiuto. Entrambi sono stati portati in caserma. Qui la donna ha raccontato tutti gli episodi di violenza subiti nel tempo, mostrando i segni che portava ancora addosso. La donna era inoltre costretta a non uscire di casa. Quel pomeriggio, solo la scusa di ritirare del contante le aveva permesso di avere un po' di libertà, ma sempre sotto la vigilanza dell'uomo. Giunti in banca, la donna, fingendo di avere il cellulare scarico, ha chiesto ad un dipendente della banca di poter effettuare una chiamata da un telefono fisso e solo così è riuscita per un minuto a sfuggire allo sguardo del proprio carceriere. Tanto è bastato per lanciare l’allarme. La donna ha avvertito i propri familiari che qualcosa non andava e che l’uomo era uscito di casa armato.
Nel frattempo è proseguita l’attività di ricerca dei militari che, al termine di una lunga perquisizione, sono riusciti a ritrovare – nascosta nella scatola del cambio della macchina – una pistola calibro 6.35 con matricola abrasa. Sono così scattate le manette per l'uomo con l'accusa di detenzione illegale e ricettazione dell’arma.
La donna è stata poi accompagnata, per le medicazioni, all'ospedale di Riccione dove le hanno riscontrato le fratture al naso, ad una costola e al dito di una mano, oltre alle numerose ecchimosi sul corpo. Con sensibilità i Carabinieri sono riusciti a scavalcare quel muro di paura che non le consentiva di denunciare i maltrattamenti. Così, al termine della denuncia, la posizione dell’egiziano si è aggravata dall'accusa di maltrattamenti in famiglia ed è stato accompagnato presso il carcere di Rimini.