REGGIO EMILIA

Riciclaggio e false fatture, sequestri per 10,5 milioni da Gdf e Cc

Riciclaggio e false fatture, sequestri per 10,5 milioni da Gdf e Cc.

Carabinieri e Guardia di Finanza, coordinati della Procura di Reggio Emilia, hanno eseguito scoperto una associazione a delinquere per numerose ipotesi, in prevalenza reati tributari, false fatturazioni, riciclaggio internazionale ed autoriciclaggio. Previste anche tre interdittive. Più di 100 gli indagati tra Emilia, Calabria, Campania, Toscana, Lazio, Lombardia, Marche e Veneto e 81 le società coinvolte. 

L'associazione riciclava il denaro ottenuto illecitamente tramite un sistema di false fatture e frode fiscale, ripulendolo nell'economia legale, investendo in diamanti, orologi preziosi e auto di lusso acquistate in Austria e poi noleggiate nel territorio reggiano attraverso società riconducibili al sodalizio.

Beni di lusso e oltre 200.000 euro in contanti, sequestrati da guardia di finanza e dai carabinieri nell'operazione 'Minefield' che ha permesso di smantellare un'attività illecita contigua agli ambienti della criminalità organizzata portando ad indagare 108 persone (di cui 26 che secondo gli inquirenti sono appartenenti alla 'ndrangheta) con 81 società coinvolte e 251 aziende utilizzatrici delle operazioni inesistenti, tra Emilia-Romagna, Calabria, Campania, Toscana, Lazio, Lombardia, Marche e Veneto: qui sono in corso le perquisizioni da parte di 350 militari tra carabinieri del comando provinciale col supporto dei colleghi nelle varie regioni e finanzieri, oltre allo Scico (il servizio centrale investigativo sulla criminalità organizzata) delle Fiamme Gialle.

Un giro d'affari di oltre 30 milioni di euro. Sono stati disposti sequestri per oltre 10,5 milioni di euro su richiesta della Procura di Reggio Emilia diretta dal procuratore capo della Repubblica, Calogero Gaetano Paci che ha coordinato l'inchiesta.

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