Un agente di polizia municipale di Rimini è stato condannato per abuso e omissione di atti d'ufficio ad un anno e quattro mesi di reclusione, pena sospesa. Ad inchiodarlo le dichiarazioni di due "pallinari", i truffatori che, coi loro banchetti, d'estate frodano i turisti sul lungomare. Secondo le accuse il vigile urbano si sarebbe appropriato, abusando del ruolo di pubblico ufficiale, di un centinaio di euro durante un controllo. Il pubblico ministero, Davide Ercolani, per l'imputato 52enne, originario di Catanzaro, aveva chiesto una condanna a un anno e mezzo (per quattro dei sette capi di imputazione per cui il pubblico ufficiale era a processo) e l'assoluzione per le rimanenti contestazioni. Il giudice Vinicio Cantarini ha quindi condannato l'agente ad un anno e quattro derubricando e riqualificando i principali quattro capi di imputazione che prevedevano il peculato e il falso, in omissione e abuso d'ufficio. Assoluzione piena perché il fatto non sussiste per il resto.
I fatti contestati risalgono all'autunno del 2016 fino all'estate del 2017 quando il pubblico ufficiale era finito indagato in un filone minore della grossa inchiesta della Guardia di Finanza e della stessa Polizia Municipale di Rimini sui comportamenti, al limite del legale, di alcuni agenti del nucleo ambientale del comando provinciale dei vigili per cui la sentenza è prevista a febbraio 2023. L'agente non faceva parte del nucleo ambientale, ma finì indagato perché la Gdf, approfondendo i risvolti delle indagini, riuscì ad acquisire nuove notizie di reato. La difesa dell'agente durante il processo abbreviato condizionato ha prodotto video e immagini che hanno scagionato il pubblico ufficiale dalle accuse più gravi come quella di aver usato violenza fisica e verbale nei confronti di tre persone extracomunitarie, controllate.