ASTRONOMIA

Rimini: dal tetto di casa contribuiscono a una scoperta citata da “Nature”

Le scoperte astronomiche di Fabio Mortari e Davide Gabellini nello studio pubblicato dalla rivista scientifica

Rimini: dal tetto di casa contribuiscono a una scoperta citata da “Nature”.

Da un tetto di Viserba alla rivista “Nature”. È l'incredibile avventura del riminese Fabio Mortari e di Davide Gabellini, di Gabicce, che, grazie ai dati rilevati dal loro osservatorio amatoriale, sono stati citati dalla celebre rivista scientifica. I due amici, nel settembre di due anni fa, hanno infatti osservato un fenomeno particolare - uno strano picco di luminosità – avvertendo la comunità scientifica. La Nasa ha così puntato i loro più potenti riflettori su questo particolare evento “andando a lavorare sui nuclei galattici attivi di un blazar”, spiegano al Corriere Romagna. Da questi dati, l'Università di Boston ha poi compreso che i raggi di materia, detta plasma, espulsi da un buco nero massiccio, sono caratterizzati “da pulsazioni periodiche”. Mortari e Gabellini hanno così contribuito in maniera sostanziale ad una grande scoperta. E visto che il loro osservatorio, chiamato “Hypatia”, ha fornito il maggior numero di dati, è stato citato, assieme ad altri 84 ricercatori, proprio tra le pagine di “Nature”. “Siamo rimasti increduli - affermano - tanto più perché il nostro è un osservatorio amatoriale dove, seduti sul tetto di casa, usiamo attrezzature da 15mila euro”. “Portiamo alto e all'estero il nome di Rimini – racconta Mortari al Resto del Carlino -. Ad esempio nelle pubblicazioni della Nasa che fanno riferimento anche alle nostre osservazioni veniamo citati e con noi anche il nome Rimini”. Una scoperta frutto di una passione sconfinata e che ora trova ancora maggiore impulso. Il loro prossimo obiettivo è infatti quello di intercettare fondi per installare un telescopio lontano dall'inquinamento luminoso delle città e acquistare uno spettroscopio, dal costo di 5mila euro, per studiare la materia astrale. Nel mentre continueranno a collaborare al progetto internazionale “Webt”.

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