Rimini si muove per scrivere 'genitore' su documenti. La battaglia dei "Papà per scelta"
Il comune di Rimini ritiene "illegittimo" il decreto del 31 gennaio 2019 dell'allora ministro dell'Interno Salvini che impone l'uso di 'padre' e 'madre' sui documenti d'identità, e intende fare qualcosa per le famiglie arcobaleno. L'assessore comunale all'Anagrafe Francesco Bragagni dice all'ANSA di ritenere "giusta" la sentenza del tribunale di Roma, arrivata dopo il ricorso di una coppia di mamme contro il decreto 'Salvini', che apre alla possibilità di introdurre la dicitura neutra 'genitore'. "Già altre coppie a Rimini avevano fatto questa richiesta", quella di poter utilizzare la dicitura 'genitore', spiega l'assessore.
Fra queste vie è quella di Christian De Florio e Carlo Tumino, noti sul web per il blog 'Papà per scelta', uniti civilmente e genitori di due gemelli avuti negli Stati Uniti con la gestazione per altri. "Sono anni che ci battiamo per ottenere la carta d'identità elettronica per i nostri due gemelli", dicono al 'Corriere Romagna', ma il decreto Salvini "ne rende impossibile il rilascio".
Al momento i due papà sono ricorsi a uno stratagemma: le vecchie carte d'identità cartacee. Ma "quella dei nostri figli scadrà entro un anno. A quel punto - domandano - come dovremmo regolarci?". "Faremo di tutto per soddisfare le giuste istanze di queste coppie arcobaleno", assicura Bragagni. Il Comune di Rimini è già al lavoro "per individuare una strada burocratica da poter seguire", aggiunge. L'assessore vuole però vedere prima quale azione intende intraprendere il governo.
Palazzo Chigi ha infatti espresso l'intenzione di fare verifiche sull'ordinanza dei giudici romani del 9 settembre, perché ritiene che essa "mette a rischio il sistema di identificazione personale". I due genitori arcobaleno riminesi denunciano un altro ostacolo, ovvero il fatto che in Italia "vige ancora la norma per cui solo il componente della coppia omogenitoriale riconosciuto come genitore biologico può assistere i figli in ospedale o a scuola. L'altro no, risulta insomma un semplice sconosciuto". In questo caso i due papà hanno aggirato l'ostacolo decidendo di unire i semi nel processo della gestazione per altri, "ottenendo così lo status legale di genitori, altrimenti ci saremmo trovati nella disgraziata situazione in cuoi versano migliaia di coppie omogenitoriali italiane, in cui solo uno dei due è padre. E questo, nel 2020 - affermano - è davvero inquietante. Surreale".
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