Slitta ulteriormente, al prossimo 20 gennaio, la sentenza del Processo Rimini Yacht, che era attesa in giornata. All'imputato Giulio Lolli – collegato in videoconferenza dal carcere – il Pm Ercolani ha contestato una nuova aggravante.
“Falso in atti fidefacenti”: questa la nuova aggravante contestata a Giulio Lolli sulla base di una sentenza della Cassazione. Slitta dunque al 20 gennaio la possibile data della sentenza. All'origine del processo Rimini Yacht, come noto, la vendita truffaldina a più acquirenti delle stesse barche. Nella prossima, probabilmente ultima, udienza, verrà sentita anche una testimone che secondo l'accusa sarebbe stata costretta a realizzare i falsi documenti. In mattinata intanto, nell'aula Falcone Borsellino del Tribunale di Rimini, ascoltato il ragioniere-commercialista sammarinese Dino Cervellini sui rapporti tra Lolli e il suo ex socio Stefano Fabbri nelle società “Trade & Rent” e “Rimini Yacht San Marino”.
Giulio Lolli, espulso quasi un anno fa dalla Libia dove stava scontando l'ergastolo con una condanna per il reato di “guerra civile”, ha assistito al dibattimento in videoconferenza dal carcere di Rossano Calabro dove è detenuto dallo scorso 1° dicembre. A Roma è intanto cominciato in Corte d'Assise il processo in cui è imputato per terrorismo e traffico d'armi in relazione a fatti avvenuti durante la sua permanenza in Libia. Lui si dichiara innocente ed estraneo alle accuse ricordando di aver contrastato l'Isis. Temendo per la propria incolumità ha da tempo ottenuto di essere separato nel carcere dagli altri detenuti accusati di terrorismo islamista.