Rimini Yacht: Giulio Lolli sentito in video in tribunale
A Rimini il processo è stato rinviato al 23 settembre, per sentire un testimone chiesto dalla difesa, su una società sammarinese
E' stato sentito per la prima volta in udienza Giulio Lolli, imprenditore della Rimini Yacht estradato a dicembre in Italia dalla Libia. Collegato in video dal carcere di Rossano Calabro, ha risposto alle domande del tribunale riminese e delle parti. Lolli ha ricostruito la sua vicenda, sostanzialmente ammettendo alcune truffe nelle vendite delle imbarcazioni, dicendo che il suo obiettivo, però, era sanare una situazione di difficoltà e adempiere alle obbligazioni, ma ha respinto le accuse di estorsione e associazione a delinquere che gli muove il pm Davide Ercolani.
Fuggito via mare dopo il crac della sua società, nel 2010, Lolli, soprannominato 'il pirata' era stato arrestato una prima volta a Tripoli nel 2011, poi era riuscito rocambolescamente a scappare ed era stato nuovamente, prelevato nell'ottobre 2017, sotto gli occhi della giovane moglie, su mandato d'arresto libico: mesi dopo si venne a sapere che la ragione era legata alla sua attività di 'polizia marittima' e di un presunto fiancheggiamento del gruppo estremista separatista e di traffico di armi, visto che era stato ritratto in alcune foto a bordo di imbarcazioni, adibite al trasporto di mezzi militari, insieme a esponenti di primo piano della Shura di Bengasi. Di terrorismo e di traffico di armi risponde davanti all'autorità giudiziaria romana.
A Rimini il processo è stato rinviato al 23 settembre, per sentire un testimone chiesto dalla difesa, su una società sammarinese. Per quella data è prevista anche la discussione e l'avvocato Petroncini spera che il suo assistito possa essere fisicamente in aula. "Anche se la norma, al di là dell'emergenza covid, consente il processo a distanza, penso che un imputato abbia il diritto di essere presente davanti ai suoi giudici, altrimenti, con queste deroghe, si rischia un processo dimezzato".