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“Sandokan” collabora con la giustizia

Francesco Schiavone, 70 anni di cui 26 passati in prigione, ha deciso di parlare con i giudici. Notizia esclusiva del quotidiano "Cronache di Caserta"

29 mar 2024
“Sandokan” collabora con la giustizia

Notizia esclusiva dal quotidiano "Cronache di Caserta": si è pentito Francesco Schiavone, detto "Sandokan", uno degli ultimi irriducibili della camorra casalese. Dopo 26 anni di prigione, la maggior parte trascorsi in regime di 41bis, quindi di carcere duro, ha deciso di collaborare con la giustizia. In questi giorni le forze dell'ordine si sarebbero recate a Casal di Principe per proporre ai parenti del capoclan di entrare nel programma di protezione. A 70 anni, Sandokan, così chiamato per una vaga somiglianza con l'attore Kabir Bedi, ha deciso di pentirsi.

Negli anni '80 entra a far parte della "Nuova Famiglia" di Antonio Bardellino e Mario Iovine, in lotta con la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Dopo l'omicidio di Bardellino, ucciso in Brasile nel 1988 in circostanze ancora oggi non chiare, diventa leader incontrastato del clan, avviando l'espansione e l'infiltrazione dei "Casalesi" nel mondo dell'imprenditoria e della politica locale, con forti interessi nel settore del traffico illecito di rifiuti.

La sua latitanza termina nel luglio 1998. Schiavone viene sorpreso all'interno di un rifugio a Casal di Principe, in compagnia delle figlie piccole. È tra gli imputati del maxi processo Spartacus, originato dalle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Napoli sul clan dei Casalesi e concluso con la condanna all'ergastolo per lui e per altri boss come Francesco Bidognetti e gli allora latitanti Antonio Iovine e Michele Zagaria. Nel 2018 gli è stato diagnosticato un tumore.

Già i suoi figli, Nicola e Walter, avevano deciso di collaborare con la giustizia. Francesco Schiavone diventa così il secondo capoclan dei Casalesi a pentirsi dopo Antonio Iovine, che ha iniziato a parlare con i giudici nel 2014.





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