“Ci aspettano due anni di duro lavoro, ma siamo l'Emilia-Romagna e ce la faremo”. A dirlo è l'assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna, Raffaele Donini, intervenuto in un recente evento a Riccione dedicato allo stato di salute del settore. Per il sistema delle cure al cittadino si prospetta infatti un periodo difficile, così come nel resto d'Italia.
Dopo un 2022 di conti in pareggio per l'Assessorato regionale, è il 2023 a far temere il peggio. Previsto, infatti, un possibile disavanzo di quasi 400 milioni di euro. A livello nazionale mancherebbero 5 miliardi. Un disavanzo in arrivo legato soprattutto, spiegano dalla Regione, al peso della pandemia e, in secondo luogo, a problemi come il rincaro dei costi energetici e l'inflazione. Il Covid “è stato l'11 settembre della sanità italiana”, ha detto Donini a Riccione: 100mila i ricoveri in pochi mesi e 70mila gli interventi rimandati. “Ma abbiamo retto”, ha sottolineato.
1 miliardo di euro la cifra stanziata dalla Regione per chiudere in pareggio. A tutto questo si aggiunge la carenza di medici da assumere, come sottolineato dal direttore generale dell'Ausl Romagna, Tiziano Carradori. Ora la Regione chiede al Governo cosa voglia fare della sanità pubblica, insistendo sulla necessità di avere un sistema universalistico.