Sbattezzato e 'apostata' con la coscienza
Stando a dati ufficiosi, il fenomeno è sempre più in aumento rispetto al passato
Sempre più persone in Italia e non solo mettono in pratica la cosiddetta apostasia, più conosciuta come sbattezzo, ossia l'atto formale di rinuncia al battesimo, sacramento di adesione per tutte le confessioni cristiane. In pratica consiste in una richiesta di cancellazione del proprio nominativo dal registro battesimale della parrocchia di appartenenza, o comunque da liste ed elenchi di persone battezzate tenuti dagli enti religiosi. L’UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), offre assistenza gratuita per questo genere di pratica e i dati Analytics della pagina dedicata a questa tematica sul sito dell'UAAR, registrano mensilmente oltre 2.500 accessi. Nel giugno 2021, ha superato le 33.400 visite, in seguito al pressing del Vaticano contro il ddl Zan.
Il blog de 'ilGiornale.it' ha etichettato questa pratica come “puro e ridicolo esibizionismo”, ma sul sito dell'UAAR si legge: “Nonostante il nome apparentemente goliardico, non a caso promosso dai vescovi per ridicolizzarlo, lo 'sbattezzo' è uno strumento giuridico che si basa su un provvedimento del 1999 dell’allora Garante per la protezione dei dati personali, Stefano Rodotà, ottenuto grazie a un’iniziativa legale dell’Uaar. Negli anni passati, secondo le stime dell’associazione, già centomila italiani hanno fatto richiesta di sbattezzo”. Alcune persone sul sito sbattezzati.it lasciano una testimonianza di avvenuto sbattezzo in forma anonima, ma non tutti lo dichiarano e non si può fare affidamento statistico su quelle testimonianze che offrono dati molto sottostimati. In aggiunta la Chiesa Cattolica non rilascia nessun dato, nemmeno in forma anonima, per capire il reale numero delle persone che rinunciano a farne parte. Questo perché non ha interesse e forse per il fatto che sarebbe un danno di immagine. Ad ogni modo, si legge ancora sul sito dell'UAAR, “tenuto conto che in una sola giornata nel 2008 si sbattezzarono oltre mille persone e in base al numero di download - dei moduli per lo sbattezzo - dal sito è ragionevole presumere che gli sbattezzati abbiamo toccato quota centomila”.
[Banner_Google_ADS]
Stando a dati ufficiosi, il fenomeno è sempre più in aumento rispetto al passato. Oltre che dai moduli di sbattezzo scaricati dal sito dell'UAAR, lo si evince da testimonianze dirette, dai forum e dai gruppi social. Ciò avviene per molteplici ragioni, (elencate sul sito dell'UAAR) tra le principali c'è il voler dare un chiaro segnale alla Chiesa Cattolica "se si fa parte di gruppi 'maltrattati' dalla Chiesa, come donne, omosessuali, conviventi...", ma anche per una questione di privacy, per non risultare più nelle statistiche degli appartenenti a una religione che non si è scelta con facoltà di intendere e di volere poiché l'adesione è stata, quasi per tutti gli iscritti nei registri battesimali, imposta col battesimo da neonati; come pure "per dissociarsi dai vari scandali di cui la Chiesa Cattolica ne ha vasto curriculum" - ci dice una neosbattezzata - "tra cui quelli di pedofilia". Ma anche per un vantaggio di tipo economico ed evitare dunque la tassa ecclesiastica. In alcuni Stati, infatti, se si lavora e si risulta appartenenti alla Chiesa Cattolica si viene tassati, solo per farne parte, di centinaia di euro l'anno se si percepisce uno stipendio medio. Fece molta eco il caso del famoso calciatore Luca Toni, che per aver giocato due anni e mezzo per il Bayern di Monaco, si è visto chiedere 1,5 milioni di euro, cifra poi aumentata di ulteriori 200mila euro per gli interessi.
Molte persone, soprattutto quelle che fanno domanda in piccoli centri, hanno subìto forme di resistenza da parte dei parroci. “Ho dovuto faticare e contestare le richieste del parroco che si ostinava a voler un colloquio privato di persona per concedere l'annotazione. Ci sono voluti più di quattro mesi”, si legge in una delle tante testimonianze lasciate. Altri invece non hanno avuto alcun problema: “La risposta della parrocchia arrivò prima della ricevuta di ritorno della raccomandata!” si legge ancora nei commenti.
[Banner_Google_ADS]