Scuola e intelligenza artificiale: per gli esperti l'utilizzo in classe sarà inevitabile
"La scuola, così come la società, è obbligata a comprendere cosa sta avvenendo", afferma il sociologo Franco Amicucci
La rivoluzione è già nel pieno e, molto probabilmente, coinvolgerà uno dei settori più importanti per la crescita della società: la scuola. Istruzione e intelligenza artificiale, secondo gli esperti di innovazione, non potranno non 'incontrarsi'. “Da sempre – come spiega il sociologo Franco Amicucci, presidente di Skilla – l'apprendimento evolve con le tecnologie".
"Sono necessari almeno tre passaggi - afferma Amicucci - e il primo è l''apertura di conoscenza'. La scuola, come tutta la società, è obbligata a comprendere cosa sta avvenendo. Parliamo quindi di alfabetizzazione all'intelligenza artificiale. Il secondo passo è capire come alleggerire alcune cose che portano via tempo, per far concentrare il docente e gli allievi su ciò che è più importante: la riflessione, il pensiero critico. Terza cosa: guidare l'intelligenza artificiale. Se tu non l'apprendi, sarà lei a guidare te".
Ancor prima dell'intelligenza artificiale nelle aule sono arrivate le lavagne interattive e i computer. Per non parlare dell'uso - più o meno consentito - degli smartphone. Tecnologia “sì” o “no” in classe? Un dibattito ricorrente, tra chi vorrebbe tornare ai tradizionali metodi analogici e chi, dall'altra parte, spinge per il digitale. "La risposta alla rivoluzione tecnologica - commenta Amicucci - non è quella di mettere la testa sotto alla sabbia, ma impossessarsi della tecnologia per guidarla".
Nel servizio l'intervista a Franco Amicucci, sociologo e presidente di Skilla
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