Si dimette il presidente della Regione Valle d'Aosta, con lui anche assessori Viérin e Borrello
"Per onorare quel senso di responsabilità politica che ho sempre perseguito", dice Fosson ribadendo l'estraneità ai fatti
Il presidente della Regione Valle d'Aosta, Antonio Fosson, si è dimesso. Lo ha annunciato lui stesso durante una riunione straordinaria di maggioranza, dopo l'avviso di garanzia ricevuto dalla Dda per scambio elettorale politico mafioso in merito ad un'inchiesta sul condizionamento delle Regionali del 2018 in Valle d'Aosta da parte della 'ndrangheta. “Per onorare quel senso di responsabilità politica che ho sempre perseguito ed anche per salvaguardare la mia personale dignità, profondamente ferita dalle infamanti ipotesi che vengono formulate, ho deciso di fare un passo indietro e di dare le mie dimissioni dalla carica di Presidente della Regione”. Così ai giornalisti, in una surreale conferenza stampa senza domande, ribadendo la totale estraneità ai fatti. Lo hanno seguito anche i due assessori Stefano Borrello e Laurent Viérin, presentando le dimissioni "al fine di salvaguardare le Istituzioni e tutelare con la dovuta serenità il loro operato”. A questi si aggiunge l’unionista Luca Bianchi che, prosegue l’ormai ex Presidente della Giunta, “ha rassegnato le proprie dimissioni dalla carica di Presidente della Vª Commissione Permanente e da capogruppo dell’Union Valdôtaine”.
In settimana in due distinte operazioni, "Infectio" e "Core Business", coordinate rispettivamente dalla Dda di Catanzaro e Reggio Calabria e condotte dallo Sco della Polizia di Stato e dalle Squadre mobili delle due città calabresi e di Perugia aveva portato a 23 misure cautelari, di cui 20 in carcere e tre ai domiciliari.
Due inchieste che hanno impegnato per mesi i magistrati calabresi. Quella di Catanzaro, ha messo a nudo gli interessi della proiezione umbra delle cosche crotonesi Trapasso e Mannolo nell'ambito del traffico di droga con la complicità di soggetti albanesi. Oltre alle attività estorsive e all'ingerenza nel settore dell'edilizia, i rappresentanti del gruppo criminale avevano infiltrato anche settori delle amministrazioni locali. L'altra inchiesta, denominata "Core Business", condotta dalla Dda reggina, con l'arresto di quattro esponenti di vertice della cosca di 'ndrangheta Commisso di Siderno. Le due 'ndrine calabresi, hanno spiegato i procuratori Gratteri e Bombardieri, hanno acquistato diversi immobili in Umbria per riciclare il denaro sporco.